Coronavirus, allarme disordini. "La gente non ha soldi per fare la spesa"

Rapporto dei servizi: possibili rivolte. A Palermo i primi casi. Lotta contro il tempo dei sindaci per trovare le risorse

Coronavirus. Una guardia giurata al supermercato (foto Imagoeconomica)

Coronavirus. Una guardia giurata al supermercato (foto Imagoeconomica)

Roma, 28 marzo 2020 - La fame e i disordini. I giorni cupi dell’epidemia - “fitte tenebre si sono addensate, scenda la benedizione di Dio”, ha pregato papa Francesco - e l’assalto ai supermercati al Sud. Anche se il sindaco di Palermo Leoluca Orlando vede in azione soprattutto "sciacalli del sottobosco mafioso". E un rapporto dei servizi pare dargli ragione, segnalando il pericolo di rivolte sociali più o meno organizzate, per quella parte del Paese. 

Ministra Bellanova: "Subito aiuti alimentari agli indigenti"

Il Sud diventa una polveriera. Giovedì pomeriggio in un Lidl di  Palermo un gruppo di persone ha cercato di uscire con i carrelli pieni senza pagare. Sono intervenute le forze dell’ordine. Ora i supermercati sono sotto scorta. Altri episodi in Puglia e in Campania. In queste ore i sindaci siciliani lavorano freneticamente sui bilanci per trovare le risorse. Sapendo bene di dover rispondere soprattutto alle fasce più fragili, come  scrive in un appello Franco Calderone, responsabile in Sicilia del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale: "Siamo già alla disperazione, ci arrivano tantissime segnalazioni di famiglie in affanno. Sappiamo che si tratta di persone che svolgevano lavori occasionali, ora spariti, o persone che lavorano in nero. Non è il momento questo di dissertare sulle lacune e sulle storture, questo è il momento di aiutare chi non può più procurarsi il pranzo e la cena. E a Palermo sono tanti”.

La "fame" viene evocata dal Pontefice che di prima mattina twitta: "In questi giorni si cominciano a vedere altre conseguenze della pandemia come quella della fame. Cominciamo già a vedere il dopo. #preghiamo insieme per le famiglie che si trovano nel bisogno e già hanno fame a causa della pandemia".

Un po’ dopo il sindaco di Messina Cateno De Luca risponde all’appello a modo suo. Si affaccia al balcone di casa con la vestaglia che ormai conosce tutta Italia e fa sapere via video: "Faremo una card per l’acquisto di beni di prima necessità". Più tardi spiega: "Abbiamo trovato i soldi, 20 milioni. Ma  non daremo denaro, faremo dei bonus acquisto, pagamento e transazione direttamente con gli esercenti per evitare qualunque tipo di speculazione. Il problema di questo momento è che ci sono nuovi poveri del coronavirus, anche piccoli imprenditori che hanno chiuso, non incassano e sono veramente nei guai. Quindi il requisito del reddito Isee diventa relativo. E questo lo dico anche perché mi arrivano tanti appelli, riservatamente.  Il problema sarà per le prossime settimane. Noi saremo operativi dalla prossima. La situazione comunque è sotto controllo perché abbiamo sempre lavorato in sinergia con i banchi alimentari".

Giovedì, nel giorno dei primi disordini, il Comune di Palermo ha annunciato un potenziamento del sistema di distribuzione alimentare per aiutare "le persone in quarantena/isolamento e comunque con l’obiettivo di supportare le famiglie e i singoli che stanno attraversando un momento di difficoltà a causa del coronavirus". Prevista una centrale unica di erogazione di aiuti che coinvolge tutta la filiera, dal Banco alimentare alla Caritas. 

Resta ai margini la polemica politica, lo spazio è occupato da Vito Crimi, leader dei 5 Stelle, palermitano. Scrive su Twitter: “Chi fino a ieri voleva abolire il reddito di cittadinanza, oggi vuole estenderlo. Dunque avevamo ragione: se 2,5 milioni di persone resistono, è grazie alla misura voluta dal Movimento 5 stelle. Ora lavoriamo insieme a uno strumento analogo per chi è senza reddito: un reddito di emergenza” .