"Io, a guidare la macchina della Protezione civile nella notte di Corinaldo"

Una vita in allerta. "Gli interventi ormai sono tanti. Il terremoto dell’Aquila, l’alluvione di Senigallia, il sisma del 2016, e molto altro"

Susanna Balducci della Protezione civile Marche

Susanna Balducci della Protezione civile Marche

Ancona, 21 gennaio 2019 - Susanna Balducci, ingegnere, 52 anni, funzionaria della Protezione civile Marche, governa su sale operative e pianificazione d’emergenza. Una vita in allerta. "Gli interventi ormai sono tanti. Il terremoto dell’Aquila, l’alluvione di Senigallia, il sisma del 2016, Corinaldo e molto altro. Anche perché abbiamo un ospedale da campo".

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Spieghi. "È una struttura sanitaria su tenda, finanziata dalla Regione. Funziona grazie ai volontari". Nadia Storti, direttore sanitario dell’Asur Marche, precisa: "È governata da medici e infermieri dipendenti del sistema sanitario. Connubio felice tra i due mondi". Ma come ci si addestra ai disastri? Prendiamo la strage di Corinaldo. L’impatto emotivo è altissimo. "Tutti noi abbiamo una formazione di base. Una delle peculiarità del servizio di protezione civile è questa, si chiede una competenza per affrontare queste emergenze". Poi bisogna governare i sentimenti. "Ciascuno di noi si confronta con eventi che non si aspetterebbe mai. La notte della strage di Corinaldo ero di turno. Ho chiamato subito mia figlia di 28 anni e mia nipote di 16, volevo sapere dove fossero. Cerchi di prefigurarti quello che dovrai affrontare e organizzare per dare un’assistenza adeguata". La prima mossa. "Reperire le informazioni, anche grazie a un coordinamento di tutti quelli che sono sul posto. Forze dell’ordine, vigili del fuoco, magistratura, 118, volontariato...". Si creano rapporti che durano nel tempo? "È inevitabile, dipende dalle situazioni. Ci sono persone che incontri per pochi minuti e altre con cui invece instauri anche un’amicizia che dura negli anni". Storti aggiunge: "A Corinaldo, se non fossimo stati così efficienti, avremmo avuto molti più morti. È stato un banco di prova veramente importante. Ma soprattutto siamo riusciti a mettere in campo tutte le forze che avevamo, nessuno si è tirato indietro. Come per il terremoto. C’erano dipendenti che avevano perso la casa, che avevano la famiglia sfollata da un’altra parte. Dalla notte del 24 agosto, nessuno ha staccato la testa finché non abbiamo tirato fuori l’ultima persona".