Giovedì 18 Aprile 2024

Coppie gay, il Papa approva le unioni civili "Servono leggi: hanno diritto a una famiglia"

L’apertura di Bergoglio in un documentario sulla sua vita presentato ieri al festival del cinema. "Gli omosessuali sono figli di Dio, non vanno esclusi"

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di Giovanni Panettiere

Dal famoso "chi sono io per giudicare un gay che cerca Dio" all’ancor più rivoluzionario "gli omosessuali hanno diritto a una famiglia, nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo, sono figli di Dio. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili". Papa Francesco torna a smuovere la Chiesa come uno tsunami, accelerando su uno dei temi più divisivi della morale cattolica, la pastorale per le persone omosessuali. Lo fa schierandosi a favore di una più piena integrazione a livello sociale, e di conseguenza ecclesiale, di gay e lesbiche. Stavolta non tanto come singoli, ma addirittura come coppie. Si tratta della prima volta in assoluto che un Pontefice si pronuncia a sostegno di una copertura legale per le relazioni omosex.

La sortita storica di Bergoglio, che riaccenderà lo scontro fra conservatori e progressisti all’interno della Chiesa, in parte sopito negli ultimi mesi a causa dell’emergenza Covid, è contenuta in un documentario a lui dedicato, titolo ’Francesco’, realizzato dal regista russo Evgeny Afineevsky. La pellicola, presentata ieri in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, affronta vari temi, dalla pandemia agli abusi sessuali, ricorrendo a immagini di grande impatto. Come quelle della preghiera solitaria di Francesco, in una piazza San Pietro deserta, per chiedere l’intercessione di Dio contro il virus. Ma a far discutere del film sono inevitabilmente le dichiarazioni del Papa sulle unioni gay. Parole pronunciate in spagnolo (non smentite, né ridimensionate per ora dalla Santa Sede) dopo il racconto della vicenda di una coppia omosessuale italiana alla quale Bergoglio suggerisce di continuare a portare in parrocchia i figli, avuti con la maternità surrogata, nonostante eventuali giudizi critici.

È in tale contesto che si colloca l’apertura bergogliana sulle unioni civili, destinata, da un lato, a suscitare la condivisione dell’episcopato tedesco, nel quale stanno emergendo sempre più voci favorevoli alla benedizione in chiesa delle coppie omosex (da ultimo quella dell’ordinario di Dresda), e, dall’altra, a disorientare i vescovi americani, attestati su posizioni più ortodosse. Nel documentario Francesco spiega di essersi battuto in passato per una legge pro unioni gay. Il riferimento implicito è ai tempi in cui nel 2010, da arcivescovo di Buenos Aires, prese sì le distanze dal riconoscimento statale del matrimonio omosessuale. Ma si tenne alla larga da contrapposizioni pubbliche, come ricorderanno bene i cattolici ultraconservatori che cercarono di coinvolgerlo in una veglia di preghiera per dire no alla nozze egualitarie.

I ben informati raccontano che l’allora cardinale Bergoglio era da par suo già favorevole a una legislazione per le unioni civili, da tenere tuttavia distinta dall’istituto matrimoniale. La prova provata di ciò si coglie nella ricostruzione dell’iter legislativo delle unioni civili in Italia, varate quattro anni fa. Allora gli organizzatori del Family Day, ostili alla riforma, si ritrovarono orfani della benedizione dell’episcopato che, invece, nel 2007 aveva sostenuto la prima edizione della manifestazione, contribuendo così al naufragio dei Dico. Si disse che era stato il vescovo di Roma in persona a dettare il cambio di linea.

In questi anni di pontificato Bergoglio si è dimostrato sensibile alla questione omosessuale, al pari del cardinale Matteo Zuppi e del vescovo di Albano, Marcello Semeraro, per stare alla sola conferenza episcopale italiana. Prima la sua sospensione di giudizio sui gay, quindi una serie d’incontri riservati a omosessuali e coppie dello stesso sesso. Fino all’inedito faccia a faccia pubblico, al termine di un’udienza generale, lo scorso settembre, con alcuni rappresentanti dei genitori di credenti Lgbt. Mamme e papà ai quali il Papa guarda nell’esortazione Amoris laetitia (2016), laddove incoraggia la Chiesa ad avviare nei loro confronti uno specifico accompagnamento pastorale. Sempre nello stesso documento, però, Bergoglio boccia qualsiasi equiparazione fra matrimonio e coppie gay. Insomma, l’assist di ieri alle unioni civili non può essere letto come l’anticamera a un via libera alle nozze fra persone dello stesso sesso. La dottrina sul matrimonio non cambia.

Lo sa bene l’arcivescovo di Chieti, Bruno Forte, che al Sinodo straordinario sulla famiglia (2014) provò invano a far riconoscere i doni per la Chiesa anche delle relazioni omosex. Commentando le ultime dichiarazioni di Francesco, il presule rimarca le differenze. "Il Papa vede favorevolemente le unioni civili" per le coppie gay, che "in qualche modo vanno tutelate", ma lui stesso "ribadisce sempre che non può esserci confusione tra la famglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione".