Sabato 20 Aprile 2024

Coppia scomparsa, figlio in carcere Svolta dai Ris: "Tracce di violenza"

Decisivi gli esami sui reperti, l’auto e le abitazioni. Il trentenne si costituisce, ma non confessa i delitti

di Riccardo Jannello

Una storia sbagliata. Benno Neumair ora è in carcere, con l’accusa pesantissima del duplice omicidio dei genitori e dell’occultamento dei loro cadaveri, ancora ostaggio dell’Adige. Dopo 24 giorni di contraddizioni, errori e piccole ammissioni, il trentenne insegnante di fitness concentrato su un corpo da mettere in mostra sempre più pieno di anabolizzanti, ha contrattato una sorta di resa con la procura e si è consegnato l’altra notte, convinto dagli avvocati Angelo Polo e Flavio Moccia. "È sereno e non ha assolutamente confessato. Abbiamo solo preceduto il fermo. Contro Benno c’è un comportamento mediatico colpevolista", dicono i legali.

Di Peter Neumair e Laura Perselli, 63 e 68 anni, entrambi insegnanti in pensione, non si hanno più notizie dalla sera del 4 gennaio. I loro cellulari vengono spenti alle 21, ma forse Benno aveva già eseguito la loro condanna a morte. Il movente può essere duplice: la dipendenza dagli anabolizzanti che ne aveva distrutto sempre più il carattere facendolo diventare violento, e una controversia economica con il giovane che rivuole dai genitori i soldi spesi per l’università di Innsbruck. Come li abbia uccisi il trentenne lo deve spiegare, almeno che quei "recenti elementi acquisiti nel corso delle indagini", come recita uno scarno comunicato della procura, non siano proprio quei dettagli che per ora gli investigatori non ritengono di svelare. Un’ipotesi ricorrente è che si sia trattato di un avvelenamento. Benno – che continua a negare – avrebbe ucciso Peter e Laura al termine dell’ultima lite, verso le 20 del 4 gennaio nella villa di via Castel Roncolo, zona residenziale della città a poca distanza dalla piazza delle Erbe, ganglo vitale di Bolzano; poi li ha caricati sulla loro Volvo e li ha gettati nell’Adige all’altezza del ponte di Vadena, dove il Ris dei carabinieri ha individuato tracce di sangue del padre.

Quindi ha proseguito verso Ora per recarsi a casa della ragazza con la quale aveva una relazione da un mese, Martina, commessa a Bolzano. La ragazza è finita anch’essa nel registro degli indagati per favoreggiamento. Ha lavato i vestiti di Benno che quella sera si era portato un cambio. "È estranea all’omicidio", dice l’avvocato Federico Fava, ma la procura non l’ha ancora scagionata. Tornato a Bolzano la mattina seguente, Benno si è comportato come nulla fosse accaduto: ha portato fuori il cane e poi è andato al lavoro. Solo nel pomeriggio, incalzato dalle telefonate da Monaco della sorella minore Madè che non riusciva a mettersi in contatto con i genitori trovando sempre i cellulari staccati e dall’insistenza della sorella della madre, la zia Carla, ha deciso di denunciare la scomparsa della coppia ai carabinieri, paventando che fossero usciti a passeggiare al buio cadendo nel torrente Talvera.

Gli inquirenti hanno dubitato da subito del giovane, mentre la famiglia a mano a mano ne prendeva le distanze; Benno è dovuto andare ospite da amici, mentre la sorella, tornata di fretta da Monaco, veniva ospitata a casa della zia. Fratello e sorella non si sono mai sentiti in questo periodo, segno di un evidente distacco fra i due, nonostante che Benno nell’ultimo periodo fosse tornato a vivere con i genitori nella villa del duplice omicidio. Quello che non ha mai convinto nei racconti di Benno sono state le versioni diverse che il giovane ha dato sul 4 gennaio dopo che il padre prima e la madre dopo erano tornati a casa verso le 17,30. Laura era andata a trovare la madre malata: la nonna di Benno che proprio giovedì è morta a 96 anni aggiungendo dolore allo strazio della famiglia. Il giovane attende ora la decisione del gip, chiamato a confermare il fermo della procura giustificato in decine e decine pagine.