Coppia non vaccinata morta di Covid. I figli dicevano: meglio aspettare

Avevano 68 anni. Fratello e sorella pentiti: "Siamo stati ingenui, il virus è terribile e ci proteggeremo"

Marito e moglie 68enni di Prato sono morti di Covid a distanza di un giorno uno dall’altra

Marito e moglie 68enni di Prato sono morti di Covid a distanza di un giorno uno dall’altra

Non avevano fatto il vaccino per paura degli effetti collaterali. Invece è stato il Covid a portarseli via. Sono morti dopo una lotta disperata di una settimana. All’ospedale Santo Stefano di Prato, moglie e marito, a un giorno di distanza una dall’altro, l’11 e il 12 agosto. Avevano entrambi 68 anni, un’età che ai sani concede ancora una lunga aspettativa di vita.

"Non posso sapere se ci avevano ripensato perché erano intubati e io non ci ho parlato più da quando sono entrati in ospedale: chi lo sa, dentro di loro...", racconta il figlio trentaseienne che lavora il ferro, un materiale più resistente delle nostre fragili vite.

Lui sì, e anche sua sorella 45enne, hanno fatto retromarcia. Anche loro si sono contagiati insieme ai genitori, ma pur non avendo avuto sintomi importanti a causa del virus, hanno vinto le resistenze, quello scetticismo indotto dallo storytelling dei no vax che persiste alle ragioni della scienza. Sono in tanti a rimandare per paura, forse la maggioranza di chi ancora non si è convinto a vaccinarsi. "Noi figli ci vaccineremo entrambi", dice dopo la tragedia che li ha resi orfani di genitori sani in una manciata di giorni. "Questo virus è terribile, ci siamo contagiati tutti, evidentemente è molto facile", dice il figlio della coppia pratese. I rimorsi ci sono? "Ora siamo increduli e scossi". Ne avevano parlato i figli ai genitori, meglio aspettare settembre. Valutare quali vaccini sarebbero stati disponibili. Sostanzialmente anche evitare AstraZeneca. Tanti timori ma non una contrarietà ideologica.

"Forse siamo stati ingenui a non decidere prima, ma avevamo paura: per i nostri genitori degli effetti a breve termine, non sapevamo che tipo di vaccino sarebbe toccato loro. Per noi e per i più giovani temevamo gli effetti collaterali che si vedranno negli anni". Ma quindi crede alle teorie della terapia genica sostenuta dai no vax? "Che domande mi fa? Avere paura degli effetti collaterali non significa per forza aderire a una posizione di quel tipo".

Lo sa, è pienamente consapevole che c’erano state tante possibilità per vaccinarsi prima del 4 agosto quando, già scoperta la positività di tutta la famiglia, mamma e babbo hanno avuto bisogno del ricovero e non sono più tornati a casa. Ora, lui e la sorella, devono scontare gli effetti collaterali del dolore, della perdita, del vuoto. Quelli del vaccino, se ci saranno, li affronteranno senza altri timori. "Quando sarà il momento per farmi la dose la farò, mi sono appena negativizzato, come mia sorella", dice.

Vinta la resistenza. Troppo tardi per salvare i genitori. Ma non avevate la percezione del rischio del contagio? "Certo quello sì, abbiamo famiglia, figli, sia io sia mia sorella, e lavoriamo. Però io non avrei immaginato che fosse così facile contagiarsi. Questo virus circola da un anno e mezzo e non era successo prima". Si erano incontrati, con i genitori. Non si sa chi abbia contagiato chi. "Ci siamo visti, è impossibile saperlo. Ma ormai tutto questo non conta più".