
Roma, 8 settembre 2023 – Liste di attesa blindate, esami e visite mediche slittati per poter programmare le vacanze estive o creare corsie preferenziali per le prestazioni a pagamento. È quello che hanno scoperto i Nas in molte strutture sanitarie italiane controllate tra luglio e agosto. Un’operazione ad ampio raggio: da Nord a Sud, sono stati passati al setaccio ospedali, ambulatori Asl e case di riposo. Denunciate 26 persone tra medici e infermieri, ritenuti responsabili di reati di falsità ideologica e materiale, truffa aggravata, peculato e interruzione di pubblico servizio. Sono 3.884 le liste di attesa scandagliate dai carabinieri durante l'estate. Ecco cosa è stato scoperto
I controlli: 1.364 ambulatori nel mirino
I carabinieri hanno controllato 1.364 strutture tra ospedali, ambulatori e cliniche, sia pubblici che privati in convenzione con il Ssn, analizzando 3.884 liste di attesa e agende di prenotazione per le prestazioni ambulatoriali relative a svariate tipologie di visite mediche specialistiche e di esami diagnostici. Tra queste sono state individuate 195 agende bloccate nei mesi di luglio e agosto per posticipare le prestazioni diagnostiche e poter così garantire al personale le ferie estive o svolgere indebitamente attività a pagamento.
Pazienti ‘raccomandati’: i casi più gravi
Tra i casi più rilevanti, i Nas di Milano, Torino, Perugia e Catania hanno denunciato 9 medici per aver favorito conoscenti e i propri pazienti privati. Stravolgendo le liste d'attesa, consentivano ai ‘raccomandanti’ di essere sottoposti a prestazioni in data antecedente rispetto alla prenotazione ed eludendo così le classi di priorità in lista di attesa.
Su 26 denunce, 14 riguardano strutture sanitarie di Palermo, Reggio Calabria, Latina e Udine. Qui i controlli dei carabinieri hanno consentito di rilevare vere e proprie condotte dolose, deferendo all'autorità giudiziaria 14 dirigenti e medici ritenuti responsabili del reato di interruzione di pubblico servizio.
Calabria: visite private non autorizzate
I Nas di Reggio Calabria ha deferito alla procura, per l'ipotesi di peculato, 3 medici di Aziende Sanitarie per aver prestato fraudolentemente servizio presso un poliambulatorio privato sebbene contrattualizzati in regime esclusivo con le aziende sanitarie pubbliche.
Roma, medico indagato: esami solo a pagamento
Non solo carenze di organico durante le ferie, ma anche comportamenti non allineati ad una corretta deontologia professionale. Come nel caso di un dirigente medico di una Asl della provincia di Roma. L’uomo era responsabile degli ambulatori di gastroenterologia e colonscopia, prestazioni che non risultavano disponibili con la mutua. Tuttavia, il medico esercitava le stesse prestazioni in attività extra muraria – regolarmente autorizzata – in un poliambulatorio privato, con una programmazione fino ad 8 esami al giorno.
Sono state anche individuate 21 irregolarità nello svolgimento di attività ‘intra moenia’ (all'interno delle mura della città) per esubero delle prestazioni concordate con le Asl e omesse comunicazioni sullo svolgimento delle attività esterne da parte dei medici pubblici.
Eluso il sistema unico di prenotazione
Un ulteriore aspetto emerso dai controlli è la mancata adesione di cliniche e ambulatori privati, già convenzionati col Ssn, nel sistema di prenotazione unico delle singole aziende sanitarie o a livello regionale. Aspetto che riduce la platea di strutture utili per l'erogazione delle prestazioni mediche specialistiche e diagnostiche, allungando così di molto le già fitte liste di attesa.
I numeri dell’inchiesta
L'attività ispettiva svolta sull'ingente mole di dati relativi a oltre 3mila e 800 agende, ha inoltre consentito di rilevare 1.118 situazioni di affanno nella gestione della doppia lista di attesa e il superamento delle tempistiche imposte dalle linee guida del Piano nazionale, pari al 29% di quelle esaminate. Tra le cause più frequenti degli sforamenti delle tempistiche emerse dal controllo di 761 agende, ci sono: carenze funzionali e organizzative dei presidi ospedalieri e degli ambulatori, ma anche la diffusa carenza di personale medico e di tecnici specializzati. Difficoltà che, aggiunte alla mancanza di adeguati stanziamenti e attrezzature, ha determinato il rallentamento dell'esecuzione di prestazioni sanitarie. Slittamento che in 138 casi si è ripercossa anche nel mancato rispetto delle classi di priorità (urgente, breve e differibile) ricollocate, in tempistiche entro i 120 giorni (programmabili), non compatibili con i criteri di precedenza ed urgenza.