Giovedì 25 Aprile 2024

Conte tira dritto: avanti col progetto Parlamentari con lui, ma c’è chi media

L’ex premier: "Da Grillo richieste umilianti". In caso di scissione, almeno cento tra deputati e senatori dalla sua parte

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di Elena G. Polidori

La vendetta sta tutta in una frase che Giuseppe Conte pronuncia dopo l’ennesimo attacco subìto – via video, stavolta – da Beppe Grillo: "Il progetto politico non rimane nel cassetto per la contrarietà di una persona sola". Perché Conte, per paradosso, ieri ha applicato la regola dell’uno vale uno proprio a Grillo: il suo diktat non può fermare quello che vogliono in tanti. A partire dallo stesso ex premier.

In mattinata aveva bollato la prima sfuriata di Grillo come una "risposta autarchica", ma a sera la presa di distanza dal fondatore diventa siderale: "Ho sempre rispettato e continuerò a rispettare Grillo – ha commentato Conte –, ma non dica falsità su di me, ho agito sempre in trasparenza. Sono pronto a pubblicare lo scambio di mail che ho avuto con Grillo, se lui mi autorizza". Una minaccia di svelare risvolti del rapporto che vedrebbero, evidentemente, l’ex comico soccombente. Poi, ha chiarito: "Grillo ha chiesto più che una diarchia politica, è umiliante. Lo statuto quindi non è secentesco, ma medievale, da questo punto di vista". Quindi, la stoccata: "Il sostegno dei cittadini non manca: ho lavorato per 4 mesi. Ho aspettato Grillo in piena trasparenza".

Grillo, secondo Conte, voleva "l’ultima parola sulle scelte politiche – ha raccontato l’ex premier –, dagli esteri fino alle nomine di tutti gli organi politici, compresa l’autorizzazione i contratti di staff di segreteria. Richieste che ho considerato umilianti". Adesso, però, che è tutto davvero tutto finito e che nessuno immagina più che si possa trovare una sintesi tra le diverse posizioni, perché avrebbe il sapore di una farsa, l’ex premier è sembrato sciogliere le riserve, preparando la sua discesa in campo. Con un suo partito. "Non vedevo l’ora di condividere questo progetto – ha ammesso Conte –, ci ho lavorato per mesi e lo considero ambizioso e utile per il Paese". Non rimarrà nel cassetto, appunto.

Ieri, nelle assemblee dei gruppi di Camera e Senato, ha saggiato sul serio lo spessore delle sue truppe e le ha trovate – senza grande sorpresa – molto numerose. Cento, forse centoventi parlamentari M5s (sugli attuali 236) sarebbero al suo fianco, se decidesse di provare a costruire un nuovo soggetto politico subito, prima che si metta ai voti, come chiesto da Grillo, la formazione del nuovo comitato direttivo.

Al Senato, il 90% propende a schierarsi con lui. Più complicata la partita alla Camera dove, se votata e approvata la nuova guida a cinque, con il possibile ingresso di personalità come Stefano Buffagni, Dino Giarrusso, e Nicola Morra – tutti forti di posizioni di spicco per le preferenze – si opterebbe per il fronte del Garante, e Conte perderebbe numeri. Per questo, Grillo spinge per quella soluzione, per metterlo in minoranza ora che si è – finalmente – accorto di essere all’angolo.

A Montecitorio, poi, c’è un’altra variabile: le mosse di Luigi Di Maio e Roberto Fico. Il ministro degli Esteri e il presidente della Camera sono rimasti in silenzio. Il peso sulle loro spalle è notevole, perché se entrambi puntassero sul co-fondatore, un eventuale campo largo del centrosinistra, nei piani dei dem e dell’ex premier, dovrebbe fare i conti proprio con il Movimento delle origini.

Nessuno, né tra i contiani, né tra i filo-Grillo mette ora in discussione l’appoggio al governo o la prospettiva di un’alleanza con il Pd, ma prima bisogna superare lo "scoglio Grillo". E i contiani vogliono portare la mitologica ’rete’ a sfiduciarlo, visto che il Comitato di Garanzia è tutto contro il fondatore. Malignamente, d’altra parte, nei corridoi della Camera si faceva notare che l’articolo 8 dello statuto M5s in vigore prevede che il Garante resti in carica a tempo indeterminato, certo, ma che possa essere revocato, in ogni tempo, su proposta del Comitato di Garanzia a maggioranza assoluta: una strada estrema.

"Bisogna consentire agli iscritti di votare il progetto Conte", commentava ieri Paola Taverna, molto critica con Grillo, mentre dall’europarlamento gli eletti 5 Stelle auspicavano un’unità che sembra davvero lontana. Con il fondatore in complicato tentativo di recupero. Come nel calcio, chi vince festeggia, chi perde – come ha fatto Grillo ieri – spiega.