Martedì 16 Aprile 2024

Conte teme l’esplosione 5S Il governo pattina sui veti

Primo vertice dopo le elezioni: sul tavolo 5G, Recovery Fund e immigrazione. Il Pd insiste sui decreti sicurezza, ma per i grillini "non sono una priorità"

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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, 56 anni

di Antonella Coppari

C’è un filo che lega i vari fronti aperti che finiscono sul tavolo del primo vertice di maggioranza dopo lo scossone elettorale: il rapporto tra Pd e M5s. I servizi di comunicazione 5G, decreti sicurezza e Mes sono i punti roventi che il premier – con la sponda di Zingaretti – punta a maneggiare con cautela per evitare il big bang dei grillini. L’imminente arrivo in Italia del segretario di stato americano, Mike Pompeo spinge il premier a mettere in cima alla lista un tema divisivo come le nuove tecnologie di telefonia mobile: agli Stati Uniti non va giù l’idea che il governo possa regalare una posizione strategica alla Cina e in particolare al colosso Huawei. Apparentemente, dopo il confronto a Palazzo Chigi, sono tutti d’accordo: si farà come decide l’Europa. "La priorità è una strategia comune e condivisa in Ue, consapevoli dei rischi intrinseci alle nuove tecnologie", filtra al termine della riunione cui hanno partecipato 10 ministri. Il problema è che la linea di Bruxelles non è definita nei particolari, bisogna ancora decidere se e quanto restringere i canali già aperti con l’azienda cinese.

Altro tasto dolente, i decreti sicurezza. Sulla carta l’intesa per cambiare i provvedimenti di Salvini è stata raggiunta: via le multe milionarie alle navi ong (potrebbero essere sanzionate anche con due anni di carcere per mancato coordinamento con le autorità dei Paesi responsabili dei soccorsi) e tempi più brevi per l’ottenimento della cittadinanza (da 48 a 36 mesi). Il testo dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri subito dopo la nota di aggiornamento al Def, ma i Cinquestelle puntano ancora i piedi, tanto che si è creato per l’ennesima volta un caso intorno allo ius culturae per cui spingono il Pd e Conte. Taglia corto Crimi: "Ci sono altre priorità".

Neanche il Mes, per i grillini, è tra queste malgrado il pressing degli alleati per cui "quei fondi servono". Ma dalle parte del governo notano: una quadra si troverà. Intanto, i soldi del Next Generation Eu possono essere usati anche per la sanità: ciò significa che non si deve decidere ora se chiedere i fondi del Meccanismo salva-stati. Prima si possono impostare il Recovery plan e la Finanziaria: in un secondo momento, casomai servissero altre risorse, si affronterà la questione senza dover aggiungere anche questa ’faglia’ al terremoto che sta sconvolgendo i Cinquestelle.

Sembra un braccio di ferro tra il Pd del vincente Zingaretti e i grillini battuti nelle elezioni: la realtà è molto meno netta. Al Nazareno sono infatti consapevoli di dover "tenere in piedi" i pentastellati. Provare a imporre a muso duro i propri diktat rischierebbe di finire con un’esplosione del Movimento tale da travolgere anche il governo, come Conte non ha mancato di far notare. Insomma, spingere sì ma non troppo. Battere i pugni sul tavolo se necessario, ma stando bene attenti a non esagerare con la forza perché l’imperativo numero uno è che quel tavolo non venga rovesciato.