Venerdì 19 Aprile 2024

Conte sfida il movimento e Di Maio "Con pochi voti lascio. Ma se vinco..."

Oggi e domani la consultazione online sulla leadership. L’avvertimento: "Sono deciso a cambiare le cose"

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di Elena G. Polidori

Una leadership che viaggia sullo stretto crinale del voto parlamentare sull’aumento delle spese militari in deficit. Sul tema, il M5s è spaccato in mille pezzi, ma Giuseppe Conte, alla vigilia del nuovo voto per la conferma del suo ruolo da presidente del partito grillino, non può permettersi di perdere qualche pezzo per strada. E dunque ieri, in un video-appello agli iscritti, ha chiesto una fiducia piena legandola a un no fermo all’ipotesi di un nuovo aumento delle spese militari. "Se mi accorderete di nuovo una fiducia piena, sarò il presidente di un Movimento che dice no all’aumento massiccio delle spese militari a carico del bilancio dello Stato, soprattutto in un momento del genere", ha sostenuto l’ex premier, anche a costo di creare spaccature nella maggioranza di governo e nell’asse con il Pd che, infatti, scricchiola.

Un voto (che si terrà oggi e domani sulla piattaforma Skyvote e convocato dopo l’ordinanza del Tribunale civile di Napoli che ha congelato i voti su statuto e presidenza M5s) che arriva dunque in un momento delicato, sia all’esterno che – soprattutto – all’interno, dopo lo strappo ufficiale dei mesi scorsi con Luigi Di Maio e le tensioni post Quirinale. Tanto che, per tentare di tenere insieme tutte le fila dei parlamentari grillini, l’ex premier ha voluto rispolverare anche una vecchia battaglia ecologista del M5s delle origini: "Diremo sì a un investimento choc sulla transizione energetica verso le rinnovabili, sì a un impegno dello Stato senza precedenti sulle reti di sostegno per famiglie, imprese in crisi, lavoratori che devono scegliere se pagare la bolletta o fare la spesa o il pieno di carburante". È su questo, dunque, che Conte punta a ottenere una nuova maggioranza schiacciante che lo blindi al vertice del Movimento: "Chiedo nuovamente la vostra fiducia, non mi interessa prendere il 50,1% dei voti. Anzi, dico sinceramente che, se il risultato fosse così risicato, sarei il primo a fare un passo indietro. A fronte di un risultato così di misura, lascerei il Movimento che in questo momento ha bisogno di una leadership forte, di una forte investitura. Allo stesso modo, però, è un dovere dirvi che in caso di una decisa riconferma le cose inevitabilmente cambieranno". Elencando tutta una serie di elementi che lasciano intravedere quale Movimento ha in mente: "Non votatemi se pensate che la linea del M5s debba essere estremamente moderata, conservatrice, compatibile con il passato e timorosa del futuro, con un M5s che si sforzi di piacere a tutti anche a costo di essere la brutta copia di altri partiti tradizionalmente divisi in correnti". E ancora: "Io sono disposto a correre il rischio di avere tutti contro se questo basta a fare gli interessi dell’Italia e dei cittadini, ma dobbiamo essere uniti e coraggiosi per rialzare la testa e imporre un cambiamento all’intero Paese".

Parole che suonano anche come una controreplica a Luigi Di Maio. La posizione sulle armi, infatti, se da un lato ha avvicinato Conte all’area dei 5 Stelle delle origini – compresi quelli che si rivedono in un ex come Alessandro Di Battista – dall’altra lo ha contrapposto ancora una volta alla linea seguita dal ministro degli Esteri. Che infatti ancora oggi ha di nuovo attaccato l’ex premier per le sue dichiarazioni sulle spese relative alla Difesa ("una posizione inaccettabile", sostiene Di Maio); d’altra parte, per il ministro degli Esteri il Movimento è "una forza di governo che deve saper rispettare gli impegni, in linea con la sua collocazione. Che per me è chiara".

Ma se Di Maio prende le distanze da Conte, il grosso delle truppe parlamentari dei 5 Stelle sarebbe in realtà saldamente con lui a parte "una piccola minoranza che crea spaccature", mentre in molti invocano una scelta chiara "su chi abbraccia il nuovo corso e chi no", dicono le stesse fonti.