Martedì 16 Aprile 2024

Conte rieletto leader dei 5 Stelle Spese militari, salta la mediazione

L’ex premier confermato con il 94,2% dei voti. Sul nuovo budget per la Difesa il governo ricorre alla fiducia

Migration

Il capo M5s, Giuseppe Conte, 57 anni, e, dietro, il premier Mario Draghi, 74 anni

di Elena G. Polidori

ll Movimento 5 Stelle "è un pilastro di questo governo" e non vuole la crisi, ma sul tema delle spese militari "non farà passi indietro", afferma Giuseppe Conte nelle stesse ore in cui al Senato fallisce la mediazione sul Dl Ucraina o meglio sull’ordine del giorno – proposto da Fd’I – che chiede al governo di tener fede all’impegno di elevare fino al 2% gli stanziamenti per la difesa, già votato da tutte le forze alla Camera. Nel vertice con i partiti di maggioranza e i rappresentanti dell’esecutivo, i pentastellati (sostenuti da LeU) sul punto non hanno sentito ragioni: si va verso il voto in commissione in ordine sparso, con l’esecutivo che valuta di blindare il provvedimento con la fiducia in aula, in modo da far cadere tutti gli odg e gli emendamenti. Cruciale, dunque, per trovare la quadra il vertice di questo pomeriggio del neo-leader con il premier Mario Draghi.

L’avvocato del popolo lancia così la fase due del nuovo corso grillino con in tasca la riconferma del ruolo di leader arrivata ieri sera in modo plebiscitario alla fine della votazione degli iscritti su Skyvote: è stato rieletto con il 94,2% dei suffragi, 55.618 in termini assoluti. Il numero di iscritti aventi diritto era pari a 130.570 voti, i partecipanti alla votazione sono stati 59.047, i no sono stati 3.429 (il 5,81%). Conte aveva chiesto una riconferma "netta" per consentirgli di far ripartire una forza politica imbrigliata dalle controversie legali e dalle molteplici spaccature interne ("non mi interessa prendere il 50,1% dei voti", aveva detto infatti alla vigilia della consultazione, se così fosse "sarei il primo a fare un passo indietro"). Risultato ottenuto. Nonostante il divieto a partecipare degli iscritti da meno di sei mesi, è aumentato il numero dei 5 Stelle ammessi al voto e questo ha reso più difficile la comparazione con le precedenti votazioni, sia quella del 10 marzo sia quella sul suo nome della scorsa estate. Quando, cioè, venne "acclamato" con un 92,8%, dei 67.064 votanti, che gli aveva detto sì.

Dunque, ora avanti con la ripartenza, dopo il segnale dato alla base con l’apertura della questione sull’aumento delle risorse per le spese militari. Una sferzata alla maggioranza che in molti, tra gli avversari politici interni ed esterni, hanno letto come una manovra per motivare la base e farla votare. Anche se c’è chi contesta: "Mi auguro che questa sia l’ultima volta che il popolo del Movimento venga chiamato ad esprimersi per avallare o meno scelte prese altrove, a nomine calate dall’alto" protesta l’eurodeputato Dino Giarrusso. Anche questa votazione sarà però oggetto di nuove controffensive legali di alcuni attivisti rappresentati dall’avvocato Lorenzo Borrè che già mercoledì sarà a Napoli per raccogliere le firme di quanti sono pronti ad impugnare tutte le ultime delibere assembleari, ma è una questione che non sembra minimamente impensierire il "neo" leader che anche ieri ha cercato di compattare il Movimento chiedendo unità ai suoi: "Non permetteremo più a nessuno che si parli male di noi, ma noi per primi dobbiamo volerci bene", ha detto nel corso dell’assemblea plenaria a porte chiuse. "La politica – ha proseguito – è anche conflitto, confronto duro, l’importante è che tutti si tenda al bene comune, senza personalismi". Ma non c’è dubbio che sull’esito del colloquio con Draghi, il presidente stellato misurerà il peso della sua "nuova" leadership.