Venerdì 19 Aprile 2024

Conte non vuole mollare la presa "Valuteremo se uscire dal governo"

Nonostante le rassicurazioni di Grillo, l’apertura della crisi resta sul tavolo. "Deciderà il Movimento". E sulla scissione di Di Maio: "Suggerita da Draghi? Ne parleremo". Letta ribadisce: "Se c’è la crisi si vota"

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di Federico D’Ascoli

CORTONA (Arezzo)

Il futuro del governo in quarantott’ore. Conte annuncia l’appuntamento con Draghi lunedì a Palazzo Chigi e lo carica di significati politici. Il faccia a faccia tra l’Avvocato del popolo e Super Mario non sarà uno scambio di convenevoli, ma ha l’aria di essere decisivo per la sorte dell’esecutivo. Il leader del Movimento 5 Stelle lo dice chiaro, rispondendo alle domande di Lucia Annunziata, nel corso di un dibattito con Enrico Letta e Roberto Speranza organizzato da AreaDem a Cortona.

"Non basta dire che siamo importanti per il governo – scandisce di fronte alla platea Giuseppe Conte – abbiamo manifestato un disagio politico, l’incontro di lunedì sarà importante, perché, al di là delle dichiarazioni, Draghi deve fare scelte conseguenti alle sue parole".

Il sostegno dei pentastellati al premier, insomma, non è affatto scontato: "Le decisioni noi le abbiamo sempre prese nell’ambito di una comunità, ci sarà sicuramente il coinvolgimento dei nostri organi politici e poi valuteremo se confermare il nostro appoggio".

Il leader del M5s elenca anche i motivi che minano la tenuta della maggioranza: "Non ho mai posto questioni legate a bandierine su interessi di bottega, ma solo questioni politiche serie, sulla transizione ecologica e su altre questioni urgenti per le famiglie e per le imprese come i superbonus che rischiano di mettere in crisi tutto il sistema".

La scissione di Di Maio, poi, è una ferita ancora fresca: "È chiaro che una scelta così dirompente non si realizza in poche ore, sicuramente era da un po’ che veniva coltivata una agenda personale fuori dalla linea politica del Movimento", dice riferendosi al ministro degli Esteri. Per poi affondare sul tema della politica internazionale: "Nessuno si deve permettere, usando strumentalmente le sue funzioni ministeriali, di darmi dell’anti atlantico o di dirmi che attento alla sicurezza nazionale. È un atteggiamento irresponsabile".

È stato Draghi a suggerire la scissione?, provoca Annunziata: "Ne parlerò con lui", taglia corto l’ex premier grillino.

Insomma, l’ipotesi di un appoggio esterno al governo e conseguente crisi è tutt’altro che ipotetica: la tensione resta alle stelle soprattutto per le presunte "intromissioni" del premier nella vita del Movimento.

Conte respinge anche l’ipotesi di un ritorno indietro all’intesa gialloverde con la Lega: "Ho qui due testimoni. Letta e Speranza. I miei colloqui con Matteo Salvini, sono stati sempre condotti informando prima Enrico e Roberto. Era necessario farlo per portare avanti le azioni di governo, ma nessuna prospettiva di riallacciare un rapporto politico. Ci sono momenti in cui ho parlato con Salvini per capire, nei suoi meandri un po’ tortuosi, dove stavano andando, ma non per ripristinare un dialogo politico del passato. L’attuale disagio del M5s e quello della Lega sono diversi".

Dal segretario del Pd Enrico Letta arriva invece un appello all’unità sul modello Verona e l’indisponibilità ad altre coalizioni di governo rispetto a quella attuale: "Se c’è la crisi si vota. Sarebbe però paradossale se dopo aver vinto le elezioni di domenica fossimo qui a parlare del funerale del campo largo e del campo progressista. Giocavamo in trasferta: il centrodestra nei sondaggi è molto forte, con una crescita evidente di Fd’I. I nostri candidati sono validi, siamo in grado di aggregare, il campo largo ha vinto, in conformazioni diverse. Le elezioni di domenica ci hanno insegnato che dobbiamo guardare al futuro con molta fiducia".