Mercoledì 24 Aprile 2024

Conte fa muro alle critiche "O così o sarà il lockdown"

Il premier respinge le richieste di Italia viva di cambiare l’ultimo decreto "Troppo facile criticare il giorno dopo. È l’unica strada per non chiudere tutto"

Migration

Conte prova a chiudere la partita con Renzi prima che cominci davvero, nel vertice dei capigruppo di maggioranza convocato nella notte anche per discutere di una cabina di regia in Parlamento. "L’ultimo dpcm era l’unica strada per evitare il lockdown generalizzato", spiega dopo il varo del dl ristori. Con una corsa contro il tempo, che ha costretto i tecnici del Mef a lavorare senza sosta in queste ore, l’esecutivo ha messo in campo quegli interventi per "lenire" le ferite di chi viene penalizzato, come chiesto anche dal Quirinale: "attenuazione del rischio", definiscono a Palazzo Chigi la strada scelta. Porte sprangate dunque per le richieste di modifica avanzate da Renzi. "E’ facile fare da contrappunto il giorno dopo, è difficile offrire misure alternative che riportino la curva dei contagi sotto controllo". Fermare la scuola – spiegano – avrebbe fermato le fabbriche.

Del resto, era già stato chiaro in mattinata, quando aveva detto che il provvedimento era "fuori discussione" per andare giù duro – dopo aver incontrato i rappresentanti delle categorie colpite dalle restrizioni per cercare di uscire dall’isolamento – con il leader di Iv, pur senza nominarlo: "Chi è al governo deve saper dar conto delle proprie scelte ai cittadini, assumersi la responsabilità delle proprie azioni e non soffiare sul fuoco del malessere sociale per qualche percentuale in più nei sondaggi". Probabilmente, Renzi si rendeva conto che le possibilità di modificare il dpcm erano pari a zero: la sua mossa, però, si spiega nel quadro di una strategia di più lungo termine, che mira a modificare gli equilibri nella maggioranza.

Ecco perché lunedì, dopo aver risposto all’ex premier, il Pd ha fatto capire a Conte che è arrivato il momento di muoversi, di riprendere in mano il controllo della situazione, dimostrare che il governo esiste. Un modo, anche, per mettere le mani avanti. Se il 24 novembre, alla scadenza cioè delle misure varate sabato notte, Conte non sarà riuscito a fermare la corsa del virus e a recuperare i consensi in vertiginosa discesa, sarà inevitabile – ammettono al Nazareno – rivedere gli equilibri nella coalizione giallorossa. E a quel punto, Renzi farà valere le posizioni fragorosamente assunte oggi per moltiplicare il suo peso specifico. Le teste dei ministri destinate a cadere sarebbero già decise: il titolare della sanità, Speranza (LeU), e quella dei trasporti De Micheli (Pd). Postazioni chiave che lui potrebbe ambire a conquistare. Il problema è che se tra un mese il premier avrà perso la guerra col contagio senza recuperare il favore dei cittadini, è ben difficile che sacrificare due ministri sia sufficiente.

Antonella Coppari