Venerdì 19 Aprile 2024

Conte cerca la sponda Ue. Ma sul Mes è caos

Fronte con Madrid e Lisbona sui piani di rilancio, il salva Stati spacca ancora la maggioranza. Il premier invita il centrodestra a Palazzo Chigi.

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di Antonella Coppari

Conte torna dalla missione europea nella penisola iberica, dove il cielo non è sgombro da nuvole, in Italia, dove la minaccia di burrasca è elemento fisso della meteorologia. Basta la richiesta di valutare il Mes in termini di "convenienza" per scatenare l’ennesimo scontro in una maggioranza innervosita anche per le sue manovre di avvicinamento a Berlusconi.

L’incontro con il presidente del governo spagnolo Sánchez, come quello l’altro ieri con il portoghese Costa, è andato benissimo. Interessi comuni, posizione identica: evitare che la proposta di Recovery Fund della commissione europea, che verrà discussa nel vertice del 17-18 luglio, venga ridimensionata nella trattativa con i Paesi frugali ("il premier olandese Rutte deve capire che in gioco c’è il mercato comune", avverte Conte) e con Orbán. "Ben vengano i distinguo, ma non significa che si debba arrivare a un minimo comune denominatore".

A chiedere la mediazione, però, è la cancelliera Angela Merkel che battezza il semestre di presidenza tedesca della Ue dicendo di sostenere un fondo di "500 miliardi" e non 750, come proposto dalla Commissione. In cambio mette sul piatto il peso della Germania per accelerare i tempi: "Spero che si raggiunga l’intesa entro l’estate ma serve un compromesso", avverte.

La trattativa non sarà facile. L’Italia può contare sull’appoggio dell’Europarlamento, ma ci sono diversi punti deboli, tra cui il Mes. "Bisogna valutare ciò che conviene – spiega Conte –. È ideologico dire ora lo prendiamo o non lo prendiamo". Getta lava incandescente nel cratere del Movimento: "Non conviene – taglia corto Crimi – è una questione pratica". Insorge il Pd: "Decide il Parlamento, non una singola forza", rilancia Marcucci. Il premier sa che non potrà arrivare al vertice di Bruxelles con un sì dell’Italia al fondo salva Stati ma, se non troverà un’escamotage la prossima settimana nel dibattito parlamentare sul Consiglio europeo, rischia di arrivarci con un voto contrario.

Intorno a questo nodo si giocano anche partite interne. L’avvocato pugliese conosce i pericoli che corre il governo dopo l’estate per questo, pur puntando sulla resistenza della maggioranza, non sottovaluta la possibilità di revisionarla o rafforzarla. Lo sguardo è fisso su FI: il Mes, vista la distanza siderale tra Berlusconi da un lato, Salvini e Meloni dall’altro, potrebbe essere la leva. Da tempo Conte ci lavora e ieri ha messo un altro tassello. Ha alzato il telefono e ha invitato la leader di Fd’I a Palazzo Chigi per l’atteso confronto con l’opposizione per oggi, scatenando l’irritazione del capo della Lega che si è sentito scavalcato:"Io non vado", ha detto nelle ore in cui Giorgia accettava di vedere Conte, chiedendo il supporto streaming mentre il premier li punzecchiava citando il film Ecce Bombo di Moretti: "Mi si nota di più se vado a Palazzo Chigi o a Villa Pamphili?". Poi la mediazione di Berlusconi: il centrodestra andrà unito, ma la prossima settimana.