Contagio all'aperto, Galli: "Rischi anche in piazza. Tenete la distanza"

Covid, l'infettivologo: "Basta assembramenti"

L'infettivologo Massimo Galli  (Ansa)

L'infettivologo Massimo Galli (Ansa)

Professore, da interista è deluso che nessun campione nerazzurro abbia stigmatizzato il comportamento dei tifosi assembrati per le vie di Milano?

"Sono un interista di terza generazione e non sarei andato in piazza a festeggiare, a prescindere", spiega l’infettivologo Massimo Galli, past president Simit.

Vaccini Covid: dopo quanti giorni si è coperti

Urla, attività fisica, assembramenti: ci sono tutti gli ingredienti per un evento superdiffusore?

"È evidente che non doveva succedere. Chiudere la piazza dalla mattina non era possibile, bisognava dichiarare in modo netto che manifestazioni di quel genere non erano permesse. Ma ormai è stato dato il messaggio politico di riaprire e tornare indietro è dura".

Avremo un balzo nei contagi tra due settimane o ci sono speranze positive visto che tutto si è svolto all’aperto?

"Voglio vedere cosa succede a 28 giorni dal 26 aprile, data delle riaperture, sperando ardentemente che la progressione dei vaccini fermi quello che temo possa essere successo. Non speriamo nel fatto che siamo all’aperto: se canti e schiamazzi a distanza di un metro, lo stare all’aperto è irrilevante. La mitizzazione del discorso ‘all’aperto’ è sbagliata, dipende da come si sta in quel contesto".

Quando c’è di mezzo il calcio la gente perde la testa.

"È una passione che si fonda su componenti irrazionali".

Aperitivi nelle piazze, folla in spiaggia, gruppi nei parchi: è preoccupato da queste immagini?

"Vedere 30mila tifosi assembrati è grave, ma quello che succede in Italia in questi giorni è peggio".

Quali sono le regole da seguire all’aperto per non rovinare l’estate?

"Distanza e mascherine: quando c’è molta gente. Bisognava vaccinare di più e aprire di meno in questo periodo. Il segnale da ’liberi tutti’ è stato dato una decina di giorni prima del 26 aprile. La scelta politica del ’rischio calcolato’ la capisco, ma è un azzardo".

Nei concerti-test in varie città d’Europa ci sono stati buoni risultati, nonostante gli assembramenti, anche in luoghi chiusi, con l’utilizzo delle mascherine Ffp2. Possono bastare dunque?

"Sono esiti rilevanti. Io sono favorevole al patentino di immunità, con tutti i limiti che possiede. Serve un compromesso, se è vero che con il virus non tratti, è altrettanto vero che la gente non si tiene".

Prevede che l’Italia in giugno sia di nuovo di colore arancione-rosso?

"A me i colori non piacciono, non funzionano. Abbiamo un numero imponente di infezioni, una lentissima decrescita e l’invasione di varianti: dobbiamo fare attenzione".

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