Contagi e focolai, via i maxi schermi per Italia-Inghilterra

Milano e molte altre città blindano le piazze. A Roma salta lo show all’Olimpico: erano attese 12mila persone

Tifosi in festa per la nazionale

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L’Italia azzurra è pronta a un tifo scatenato per la finale degli Europei. Ma sulle modalità di fruizione si sta già dividendo. La variante Delta preoccupa più degli inglesi. "Speriamo di festeggiare – si lascia andare il direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza –. Però facciamolo con prudenza. È vero che all’aperto non ci sono più le mascherine. Ma è anche vero che, se ci sono ci sono 20 persone che si abbracciano, la mascherina va portata".

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Misure evidentemente insufficienti per chi, come il sindaco di Milano Beppe Sala, rivendica massima prudenza sanitaria, dopo esserci essersi consultato con la vicesindaca Anna Scavuzzo e con il comandante della Polizia locale Marco Ciacci. "E cercheremo anche di vigilare su possibili festeggiamenti", promette il primo cittadino (senza crederci troppo). "Nessun maxischermo nel centro di Milano ma carta bianca ai centri sociali", denuncia l’oppositore di Fdi, Riccardo De Corato. Roma mantiene gli allestimenti annunciati (su tutti quello di Piazza del Popolo, a numero chiuso e con varchi presidiati), ma deve rinunciare all’apertura dell’Olimpico, teatro fuori misura per i 1.500 ingressi in deroga che la prefettura era disposta a concedere: altro che i 12-16.000 posti chiesti dalla sindaca Virginia Raggi.

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Torino, Venezia, Padova e Treviso aderiscono al cartello dei rigorosi. Una scelta in linea "con questo momento particolarmente critico", spiega Luigi Brugnaro, primo cittadino della Serenissima, intenzionato a "salvaguardare la sicurezza e l’incolumità dei cittadini", anche in considerazione delle "delle norme sanitarie ancora in vigore". Il prefetto di Treviso avvisa i tifosi: domani sera ci sarà "uno straordinario potenziamento dell’attività di vigilanza finalizzata a reprimere – prima, durante e dopo la partita – comportamenti in violazione delle disposizioni anti-assembramento nei luoghi storicamente deputati al raduno della popolazione".

Parte integrante del dispositivo di sicurezza sarà – nelle ore precedenti e seguenti la partita e praticamente in tutto il Paese – lo stop alla vendita per asporto e alla detenzione in area pubblica di bevande alcoliche e di ogni altra bevanda anche non alcolica detenuta in bottiglie o lattine. Anche Ferrara, Modena, Ravenna, Pesaro, Ancona, Ascoli, Napoli, Palermo, dicono no alla finale vista in piazza. Una scelta non necessariamente oscurantista. "Tanti bar e ristoranti si sono attrezzati, perciò evitiamo lo schermo gigante per scongiurare aggregazioni. Due le ragioni: mantenere le regole di sicurezza e agevolare il sistema commerciale", racconta il sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli.

Rimini, dove vedere la finale

La maggior parte delle città conferma però le installazioni all’aperto. A Bologna piazza Maggiore è sold-out. A Firenze nessuna piazza storica è stata attrezzata, ma ci sarà ampia scelta tra Campo di Marte, Spiaggetta sull’Arno e Manifattura Tabacchi. Infine a Jesi, nella patria di Roberto Mancini, parrocchiani mobilitati. Maxischermo a Santa Maria del Piano, nel campetto di fianco alla chiesa di San Sebastiano dove il ct tirò i primi calci. Messa anticipata dalle 21 alle 19.30, a seguire "panini con porchetta e cocomero per tutti: vi aspettiamo, carichi e pieni di voglia di vincere", annuncia il viceparroco don Federico Rango, fiero dell’offerta e del menù.