"Contagi Covid all'aperto? Uno su mille". Bassetti: coprifuoco, ripicca politica

L’infettivologo: "Andiamo incontro all’estate con fiducia, ha poco senso penalizzare ancora le attività"

Il grafico sui contagi all'aperto

Il grafico sui contagi all'aperto

Calano i contagi Covid, e solo una persona su mille contrae il Coronavirus fuori dagli ambienti chiusi. Hanno senso certe restrizioni in vista dell’estate? Ne parliamo con Matteo Bassetti, presidente della Società italiana di terapia antinfettiva.

Professor Bassetti, uno studio irlandese ha appurato che solo lo 0,1% dei casi di Covid-19 si verifica all’aperto. Una buona notizia?

"L’avevamo detto tante volte, la stagione estiva ci viene incontro, a patto di mantenere le distanze. I contagi all’aria aperta saranno uno su mille, ha poco senso colpevolizzare le strutture in esterni, si perde di vista l’obiettivo. Occorrerebbe piuttosto limitare i contagi dove si concentrano, sui mezzi pubblici, in famiglia, negli ospedali. Ma bar e ristoranti lasciateli stare. Credo sia sbagliato puntare il dito sempre contro le attività regolamentate. Siamo stati sei mesi chiusi, e i contagi continuavano a crescere a prescindere".

Il calendario delle riaperture dal 26 aprile

Matteo Bassetti, 50 anni
Matteo Bassetti, 50 anni

"In Italia sembra mancare una logica. Forse è passato il concetto ‘azzoppare tutti, cosi tutti corriamo meno veloci’. Lo stesso criterio che ha portato a precludere l’ingresso negli stadi, anche con pochissimi tifosi distanti tot metri uno dall’altro. Ma qualcosa sta cambiando, non dico liberi tutti, ma le attività ripartono come già accade nel resto d’Europa".

E il coprifuoco alle 22 che senso ha?

"Mi sembra una scelta politica. Che male c’è, io dico, a tenere aperti la sera, fino alle 23, i locali, i ristoranti? Parliamo di rischio calcolato. Del resto, anche il premier Draghi ha ammesso che il rischio zero non esiste. Quel rischio di mille volte inferiore dipende dalla bella stagione, sarebbe stupido non sfruttarla. Ora, d’accordo, il governo ha fatto un’operazione intelligente con le riaperture. Però il coprifuoco alle 22 mi sembra una ripicca nei confronti delle regioni, che chiedevano un’ora in più. Ci voleva coraggio. I contagi sono vicini allo zero. Gli esercizi pubblici sono i primi, nel loro stesso interesse, a rispettare le norme della sicurezza".

Oggi avete strumenti più efficaci per limitare gli effetti della pandemia. Eppure c’è chi spara sugli antivirali, insinuando l’idea di una lobby.

"Anche qui, certe posizioni sono incomprensibili. Le cure sono migliorate. Abbiamo antivirali efficaci, altro che lobby. Parliamo delle stesse industrie che producono vaccini, anticorpi monoclonali, antitumorali, antibiotici, terapie per la sclerosi multipla. Non possiamo dare credito a certe posizioni antiscientifiche".

Perché confidare sugli anticorpi monoclonali?

"Perché funzionano. Lo hanno visto in Liguria, come nel Lazio, in Veneto e in Emilia Romagna: un ricovero costa tremila euro, una fiala milleottocento. Basti pensare quanti giorni di ricovero si risparmiano con una terapia somministrata nei primissimi giorni. Oggi poi siamo più bravi a fare diagnosi, sappiamo già quali parametri controllare, quali radiografie richiedere, quali farmaci usare. Abbiamo gli strumenti, i vaccini. Insomma, cerchiamo di andare incontro all’estate con fiducia".

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