Sabato 20 Aprile 2024

Consip, chiesto il processo per 7 persone. C'è anche l'ex ministro Lotti

La procura di Roma vuole a giudizio, tra gli altri, anche l'ex comandante generale dei carabinieri Del Sette, il generale Saltalamacchia, l'ex maggiore del Noe Scafarto. Il deputato Pd: "Un reato archiviato, tempo galantuomo"

Luca Lotti, ex ministro (Ansa)

Luca Lotti, ex ministro (Ansa)

Roma, 14 dicembre 2018 - La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di sette persone coinvolte a vario titolo nella maxi inchiesta sulla Consip, la Centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana: a rischiare la sbarra sono il deputato Pd ed ex ministro Luca Lotti, l'ex comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette, il generale dell'Arma Emanuele Saltalamacchia, l'imprenditore Carlo Russo, l'ex presidente di Publiacqua Firenze Filippo Vannoni, l'ex maggiore del Noe Gian Paolo Scafarto e l'ex colonnello dell'Arma, Alessandro Sessa. Chiesta invece l'archiviazione per Tiziano Renzi, padre dell'ex premier Matteo, come si era già saputo il giorno della chiusura dell'indagine, lo scorso 29 ottobre. 

L'ex ministro dello Sport ed ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo Renzi, Luca Lotti, è accusato di favoreggiamento: secondo la procura avrebbe rivelato all'ad della società di appalti pubblici Luigi Maroni di una indagine in corso. Stesso capo d'accusa per Vannoni e Saltalamacchia, comandante regionale dei carabinieri in Toscana all'epoca dei fatti, fine 2016. Del Sette è ritenuto responsabile dai magistrati di rivelazione di segreto d'ufficio: avrebbe riferito all'ex presidente di Consip, Luigi Ferrara, informazioni su un'indagine che riguardava  l'imprenditore Alfredo Romeo. 

LA TESTIMONIANZA DI MARRONI - Ad incastrarli secondo i magistrati, è la testimonianza di Luigi Marroni, ex ad di Consip che ha ammesso di aver tolto le cimici dagli uffici della Consip "perché ho appreso in quattro differenti occasioni da Vannoni, dal generale Saltalamacchia, dal presidente di Consip Ferrara e da Lotti di essere intercettato". Marroni mise in fila date nomi e cognomi: "A luglio 2016 durante un incontro Luca Lotti mi informò che si trattava di un`indagine che era nata sul mio predecessore Domenico Casalino e che riguardava anche l`imprenditore campano Romeo. Delle intercettazioni ambientali nel mio ufficio l'ho saputo non ricordo se da Lotti o da un suo stretto collaboratore". 

LE ACCUSE A SCAFARTO - Violazione di segreto e falso in atto pubblico sono le accuse per l' ex maggiore del Noe Gian Paolo Scafarto, e oggi assessore alla Sicurezza di Castellammare di Stabia. Insieme al colonnello Sessa, Scafarto è accusato anche di depistaggio per avere manomesso il telefonino di Sessa per cercare di eliminare le conversazioni su WhatsApp.

Scafarto è personaggio centrale dell'inchiesta: sempre secondo i pubblici ministeri avrebbe 'manovrato' l'inchiesta per 'incastrare' Tiziano Renzi. Per Renzi senior il procuratore Giuseppe Pignatone, l'aggiunto Paolo Ielo e il pm Mario Palazzi hanno chiesto l'archiviazione perché "a prescindere dalla sua inverosimile ricostruzione dei fatti (...) non vi sono elementi per sostenere un suo contributo nel reato di traffico illecito di influenze". 

L'imprenditore Carlo Russo avrebbe invece "abusato del cognome di Renzi", quando al telefono con l'imprenditore Alfredo Romeo parlava di appalti e mazzette, facendosi promettere da lui 100mila euro annui come prezzo per la sua mediazione. E' accusato di millantato credito. 

LOTTI: TEMPO GALANTUOMO - "Due anni fa mi sono stati contestati il reato di rivelazione del segreto d'ufficio e il reato di favoreggiamento che avrei commesso in favore dell'ex ad di Consip Luigi Marroni - scrive su Facebook Luca Lotti -. Oggi prendo atto con soddisfazione che la Procura della Repubblica ha chiesto l'archiviazione per uno dei due reati, ossia la rivelazione del segreto d'ufficio. Confido che il successivo corso del procedimento, già a partire dall'udienza preliminare, consentirà di accertare l'infondatezza anche della residuale ipotesi di reato. A chi è garantista a giorni alterni, a chi strumentalizza la giustizia a soli fini politici, a chi preferisce fare processi sui giornali e non nelle Aule dei Tribunali, a chi spara sentenze ancora prima che un normale processo abbia inizio, mi limito a dire solo questo: non perdiamoci di vista perché, lo ripeto sempre, il tempo è galantuomo".