Congedo mestruale a scuola Liceo concede due giorni di assenza

A Ravenna un istituto apre al permesso ogni mese. Ma va presentato un certificato medico. Il preside si era già distinto sfidando una scritta contro l’omosessualità: "Siamo il motore del cambiamento"

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di Filippo Donati

RAVENNA

Nel liceo artistico ravennate Nervi-Severini, uno dei due soli in Italia dove si insegna mosaico, viene spesso ripetuto agli studenti che perché la composizione appaia perfetta occorre che ciascuna tessera sia al suo posto. Arriva anche da qui, dalla volontà di fare sì che ogni studente possa vivere la scuola con serenità, la decisione di implementare, per la prima volta in Italia, un congedo di due giorni al mese per le studentesse che soffrano di dolori mestruali. L’idea è partita dalle stesse alunne: faceva parte anche dei punti programmatici con cui Chiara Pirazzini, allieva del Nervi-Severini, si candidò come rappresentante di istituto.

La proposta fece breccia fra gli studenti: una volta eletta si è subito messa al lavoro, insieme alle altre tre rappresentanti, per mettere a punto una modifica al regolamento d’Istituto da suggerire al preside. "Prima però, per individuare la soluzione migliore, abbiamo effettuato un’indagine conoscitiva in forma anonima fra le studentesse – entra nel dettaglio Chiara Pirazzini –. Sedici ci hanno voluto confidare quanto per loro fosse difficile, e talvolta impossibile, prendere parte alle attività scolastiche nei giorni in cui sono più forti i dolori mestruali".

Per loro, come per altre, il regolamento d’Istituto spalanca ora la possibilità di un congedo di due giorni al mese, i quali non verranno conteggiati nel totale delle assenze di ciascuno studente (che non può superare un quarto del totale delle ore annuali). "Per potersi vedere riconosciuto il congedo le studentesse dovranno fornire un certificato medico contenente la diagnosi di dismenorrea – spiega il preside Gianluca Dradi – ma sarà sufficiente presentarne uno per ciascun anno scolastico".

Quello che Chiara Pirazzini e le altre rappresentanti non si sarebbero aspettate era di ricevere anche la testimonianza di una docente, che ha rivelato loro di essere spesso costretta ad assentarsi dal lavoro per via dei dolori mestruali. "Per le sue difficoltà purtroppo non basta una modifica al regolamento di istituto – interviene il preside Dradi –. Occorre una modifica alla legislazione, come avvenuto in Spagna".

Le studentesse del liceo Nervi-Severini, paradossalmente, rischiano di trovarsi ad affrontare un mondo, una volta diplomate, più arretrato di quello che hanno incontrato fra i banchi di scuola. Il preside sembra voler dire loro di non arrendersi: "Forse saranno il motore per un cambiamento anche fuori di qui, come già sono riuscite ad esserlo a scuola". Se ci riusciranno sarà anche merito di licei come questo, dove non si insegna solo il mosaico "ma anche le competenze di cittadinanza, e cioè la capacità di imparare ad affrontare i problemi all’interno di uno schema di regole democratiche".

Le stesse che qualche tempo fa permisero all’Istituto di mettere a punto un regolamento che consente agli studenti transgender di vedersi riconosciuta una cosiddetta ‘carriera alias’, la possibilità cioè di essere identificati con un nome e un genere diversi da quelli che compaiono sul registro di classe. "La nostra scuola intende dimostrare agli studenti che li riconosce nei loro problemi e nelle loro scelte, affrontandoli assieme a loro, e che preferisce accompagnarli piuttosto che contrastarli. A chi ha l’impressione che l’Italia attraversi un autunno dei diritti voglio ribadire che qui è già primavera".