Sabato 20 Aprile 2024

Condannati a restare osservati speciali

Raffaele

Marmo

Comunque andrà a finire, Silvio Berlusconi ha rovinato la festa a Giorgia Meloni addirittura prima dell’inizio. E lo ha fatto sul terreno più delicato e più a rischio per il nuovo governo, quello della politica estera.

La leader di Fratelli d’Italia e i suoi uomini più vicini al dossier della guerra russo-ucraina, come Adolfo Urso, hanno dedicato almeno tutto l’ultimo anno a far emergere la cifra nettamente atlantista e di sostegno deciso a Zelensky. Con parole, viaggi, voti, e, dunque, con fatti che a Washington e a Bruxelles, ma anche a Kiev e a Mosca, sono arrivati con forza.

Tutto questo non è accaduto per caso, ma proprio perché la Meloni e i suoi consiglieri sapevano e sanno che lei e il suo esecutivo saranno considerati osservati speciali non solo o non tanto rispetto al modo di schierarsi in Europa (con Orban e simili o con Parigi e Berlino), ma soprattutto rispetto al posizionamento lungo il crinale dell’atlantismo e dei rapporti con Putin. E questo per la presenza nella maggioranza di leader guardati con sospetto su questi fronti: da Matteo Salvini al Cavaliere.

Si capisce, dunque, la irrimediabile irritazione della premier in pectore di fronte alle uscite improvvide di Berlusconi. Così come si comprende l’esigenza assoluta di mettere paletti rigidi e insormontabili a difesa dell’ortodossia Nato nelle ore che precedono le consultazioni al Quirinale.

Basteranno le sue garanzie a rassicurare il Colle, le cancellerie europee, gli alleati di Oltreoceano? Probabilmente basteranno a far nascere il suo governo. Ma saremo osservati ancora più speciali. Ed è tutto da vedere se per sanare, almeno in parte, il vulnus non sarà necessario sacrificare Antonio Tajani agli Esteri. Il che potrebbe essere stato anche uno degli obiettivi di chi ha fatto uscire gli audio del Cavaliere: il segno di veleni che circolano in quello che rimane di Forza Italia.