Mercoledì 24 Aprile 2024

Condannate dal potere maschile

Lucetta

Scaraffia

Il caso delle benedettine di Pienza prova che le religiose sono cambiate, e molto. Anche quelle che hanno scelto la clausura. Ma i rappresentanti del potere – in questo caso tutto maschile, sia in città sia in diocesi – non l’hanno ancora capito. Il conflitto sembra essere stato innescato dall’opposizione del sindaco al mercatino che le monache, specie d’estate, allestivano davanti al monastero per vendere i loro prodotti. Iniziativa evidentemente di successo, se ha attirato l’attenzione del sindaco quasi fosse Peppone di fronte a don Camillo. Ma il sindaco è andato oltre la denuncia della concorrenza: ha accusato le monache di non rispettare la clausura, di essere troppo presenti su internet e di uscire dal monastero. La curia vescovile ha accolto le accuse del sindaco, imponendo alle monache un cambiamento di rotta e una nuova superiora. Evidentemente sindaco e curia non sono al corrente del fatto che queste monache non costituiscono un’eccezione: sono ormai molte quelle che anche in clausura tengono rapporti con l’esterno via internet, talvolta escono con il permesso della superiora, offrono ospitalità e avviano piccoli commerci. Le attività praticate un tempo, in prevalenza il ricamo di biancherie, non sono infatti più remunerative, e le religiose si sono dovute inventare altro. Le nuove attività le obbligano a un contatto con l’esterno, che però non è solo distrazione: può anche trasformarsi in un’occasione di incontri spirituali. Le benedettine non hanno accettato queste condanne, e combattono a viso aperto la loro battaglia, suscitando simpatie e solidarietà. Forse sarà il caso, per il vescovo e i suoi consiglieri, di rendersi conto che stanno combattendo una battaglia sbagliata e fuori del tempo. E magari una sindaca donna risolverà l’altro problema.