Condannata la pm che indagò sulla scomparsa di Denise

Migration

MARSALA

Il castello di menzogne imputato a Maria Angioni, l’ex pm che indagò sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone, è crollato ieri con la sua condanna a un anno di carcere per false informazioni al pubblico ministero. Un duro atto di accusa contro l’ex collega, che aveva denunciato inquinamenti dell’inchiesta, gli stessi che avrebbero poi lasciato impuniti i responsabili del rapimento di Denise. Sono tre le dichiarazioni fatte da Angioni giudicate false. La prima riguarda la disattivazione di una telecamera che avrebbe potuto portare elementi utili alle indagini: è poi emerso che sarebbe stata disattivata su decisione dello stesso ufficio dell’Angioni, nel 2005. La seconda è relativa all’accusa di fughe di notizie da lei mossa a suo tempo, quando in realtà fu proprio la Angioni a dare alla polizia l’incarico di ascoltare le intercettazioni. Infine le dichiarazioni sull’ex dirigente del commissariato di Marsala Antonio Sfameni che sarebbe stato indagato per "anomalie" nell’inchiesta su Denise.