di Luca Bolognini "Nel 2022 che un bambino di appena tre mesi possa morire sotto i bombardamenti in una città europea è di una disumanità assurda". Attilio Malliani, ambasciatore italiano distaccato a Odessa, ha sentito i missili russi ferire il cuore della città ucraina e poi le sirene dei soccorsi. Ha visto il fumo alzarsi dai palazzi della metropoli dove è nata la musica di ‘O sole mio’ e si è subito messo in contatto con le autorità locali, visto che vicino all’area colpita vivono diversi nostri connazionali. Fortunatamente stanno tutti bene. "Siamo sotto attacco e, secondo una nota ufficiale di avvertimento, ce ne aspettiamo degli altri". Cosa vi è stato detto? "Ci hanno pregato di non lasciare le nostre case e non passeggiare negli spazi aperti. Dobbiamo evitare spiagge e palazzi amministrativi. La tensione è davvero alta. Chi può deve raggiungere i rifugi creati appositamente per resistere agli attacchi". Quanti sono gli italiani rimasti a Odessa? "Non posso dare la cifra precisa, ma sono scesi moltissimo rispetto ai 250 che c’erano prima che iniziasse l’invasione". Siete in contatto? "Tutti i giorni telefono a ognuno di loro. Siamo tutti preoccupati, come lo sono gli altri cittadini di Odessa, sottoposti a un regime di terrore da un Paese occupante. Alti ufficiali russi hanno detto che l’obiettivo è conquistare tutto il Sud dell’Ucraina e arrivare in Transnistria. Un’ipotesi che aumenta i nostri timori". Lei perché è rimasto? "Ho un incarico di consigliere diplomatico per il sindaco e sono stato incaricato di provvedere all’evacuazione degli italiani. La mia famiglia è qui con me". E gli altri nostri connazionali? "A tutti è stata data la possibilità di lasciare l’Ucraina. L’unità di crisi della Farnesina consiglia di lasciare subito il Paese. Chi è rimasto lo ha fatto volontariamente. Il più delle volte per motivi familiari o per continuare a seguire le proprie attività". Quante persone sono rimaste ...
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