Complotti e misteri, l’America non sottovaluta gli Ufo

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Cesare

De Carlo

Per Stephen Hawking mai stati dubbi: gli Ufo (Unidentified Flying Object) sono la proiezione visibile qui sulla Terra di una vita ‘’più grande’’ della nostra. E se lo diceva lui, direttore del Centro di Cosmologia Teorica a Cambridge, la cosa andava presa sul serio. Altro che finzione.

Negli Stati Uniti sono partite o ripartite le indagini. Quelle del Pentagono, del Congresso, della Cia, di prestigiose università. Ora anche della Nasa. E dato che la Nasa gode tuttora di luce riflessa per un’esplorazione spaziale finita nelle mani dei privati, da Bezos a Musk, a Branson, l’annuncio di ieri ha destato una moderata attenzione. In realtà i 100 mila dollari stanziati per la ricerca sono briciole rispetto a quanto è stato allocato dal Congresso al Dipartimento della Difesa.

La questione riguarda la sicurezza nazionale. Gli Stati Uniti sono la nazione che conta più avvistamenti: oltre 400. Sino al giugno dell’anno scorso venivano liquidati come suggestioni, rifrazioni di luce, palloni, meteoriti, nuvole, satelliti al rientro. Gli scettici li paragonavano alle sci-fi ricorrenti di ET, Area 51, Star Trek, Guerre Stellari se non addirittura quella ‘’Guerra dei Mondi’’ con cui Orson Welles nel lontano 1938 creò il panico vero in un pubblico che non aveva mai sentito parlare di dischi e salsicciotti volanti. L’anno scorso finalmente una commissione mista dell’Intelligence ci ha fatto sapere che pur non avendo trovato prove di vita extraterrestre, "decine di fenomeni rilevati da piloti militari non potevano avere una spiegazione". Mistero. Ma non si tratta più di abbagli o fantasie.

Rispuntano altre teorie. Per esempio su complotti dentro e fuori gli Stati Uniti. In un caso vengono in mente The Men in Black di Barry Sonnenfeld, che costringevano al silenzio i testimoni. Nell’altro rientra una rivelazione di Dimitri Medvedev (ancora lui): Putin ha due valigette, una con i codici nucleari e una top secret sugli Ufo.

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