Come i Magi nella notte della speranza Usciremo a riveder la stella (di Betlemme)

Lunedì sera è previsto un fenomeno come non accadeva da 800 anni, Giove e Saturno così vicini da sembrare un unico astro. Sfatato il mito della cometa: sarebbe stato un evento simile a illuminare il cammino dei tre re verso la grotta della Natività

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di Franco Gàbici

Attenzione! Alzate per un attimo gli occhi al cielo perché sta per andare in onda un vero spettacolo natalizio. Non ci credete? Leggete queste righe. Se a Natale avremo i musi lunghi a causa delle restrizioni causate dal Coronavirus, proviamo a seguire questo consiglio del filosofo Pavel A. Florenskij: "Quando avrete un peso nell’animo, quando vi sentirete tristi, uscite all’aria aperta e intrattenetevi da soli col cielo". E il cielo non ci deluderà perché in questi giorni sta allestendo uno spettacolo straordinario che culminerà nelle prime ore della sera del 21 dicembre e che non si vedeva da almeno ottocento anni.

Infatti Giove e Saturno, i due pianeti più grandi del Sistema solare, saranno talmente vicini da sembrare un unico oggetto luminoso. Quando due pianeti appaiono vicini si parla di "congiunzione" e il fenomeno, per la verità, è abbastanza frequente. Nel caso di Giove e Saturno avviene all’incirca ogni vent’anni ma non tutte le "congiunzioni" sono uguali e infatti la sera del 21 dicembre i due pianeti appariranno separati di appena un quinto del diametro apparente della Luna piena.

Ma c’è un altro aspetto interessante. È noto che il nostro calendario è viziato dall’errore commesso da Dionigi il Piccolo, un monaco vissuto fra il V e il VI secolo e al netto di questo errore la nascita di Gesù deve collocarsi fra il 7 e il 4 a.C. E proprio nel 7 a.C. si verificò una congiunzione di Giove e Saturno, fenomeno ricordato da Keplero nel suo saggio De Iesu Christi servatoris nostri vero anno natalitio e segnalato ancor prima in un documento della chiesa anglicana del 1285 e annunciato in alcune tavolette babilonesi (l’Almanacco di Sippar) del I millennio a.C. come evento di grande importanza. La congiunzione, però, non fu strettissima ma in compenso si verificò per ben tre volte nell’arco dell’anno, a maggio, settembre e dicembre, e il fatto che avvenne nella costellazione dei Pesci prestò il fianco a una lettura astrologica essendo il pesce il simbolo di Cristo. Il fenomeno ovviamente non sfuggì ai Magi, attenti osservatori del cielo. Secondo un’interpretazione del fenomeno che illuminò il primo Natale della storia, i Magi non furono guidati alla capanna di Betlemme da una cometa ma da una simile congiunzione. Morale della favola, se osserveremo questa congiunzione potremo farci un’idea di quello che provarono i re Magi mentre si avvicinavano alla grotta.

Del fenomeno si interessò anche Karl Gustav Jung che gli dedicò il saggio Il segno dei Pesci. Perfino Agatha Christie scrisse opere dedicate all’evento.

Il fenomeno è ben visibile a occhio nudo e basterà osservare il cielo dopo il tramonto verso sud-ovest e per un paio d’ore i due pianeti saranno facilmente visibili, bassi sull’orizzonte, perché saranno gli oggetti più luminosi del cielo della sera. La particolare tipologia della luce aiuterà a individuarli perché mentre la luce delle stelle è tremolante, quella dei pianeti è fissa.

La congiunzione non scomparirà il giorno dopo ma potrà essere osservata anche nei giorni successivi. Ovviamente i due pianeti cominceranno ad allontanarsi e la congiunzione diverrà sempre più larga e apparirà proprio come la osservarono i Magi, anche se non avverrà nella costellazione dei Pesci, ma in quella del Capricorno.

Incrociamo allora le dita e speriamo che nuvole e nebbie non guastino la festa: una congiunzione simile è prevista per il 15 marzo del 2080. E 60 anni di attesa sono troppi per le nostre pretese di avere tutto e subito.