Come è ’in secca’ Venezia Il fango blocca i soccorsi in gondola

Ieri il livello dell’acqua è sceso a 56 centimetri sotto lo zero: si teme duri un’altra settimana (Carnevale incluso)

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di Riccardo Jannello

VENEZIA

Attenti all’acqua bassa. Per anni la devastazione di Piazza San Marco e delle calli amate dai turisti, con i negozi ogni volta inondati, è stata l’alta marea con punte fino a 150 centimetri che facevano diventare la Basilica un porto. Ma da quando è entrato in funzione il Mose, il sistema meccanico che si solleva per bloccare la marea, dell’acqua alta così distruttiva si ha solo un ricordo. Adesso ciò che preoccupa le autorità della Laguna, anche in vista di quelle che da oggi a martedì sono le giornate clou dello storico Carnevale, è la mancanza di acqua nei rii e nei canali che sta fermando gran parte del traffico fluviale: sia quello di linea dei vaporetti sia quello turistico delle gondole sia, e ciò preoccupa molto, quello dei servizi sanitari e sociali, soprattutto quando i picchi della bassa marea fanno diventare i canali melmosi e non più percorribili a causa della fanghiglia.

A subire le maggiori conseguenze sono le idroambulanze del servizio di emergenza del 118, i cui operatori in alcune situazioni hanno dovuto fermarsi prima della destinazione e raggiungere i malati a piedi, per poi trasportarli a bordo con la forza delle braccia. Il fenomeno, dicono al Centro maree, non dipende affatto dalla siccità ma è correlato a questa, perché determinato anch’esso dal regime anticiclonico che avvolge una vasta area dell’Europa (si sono saldati l’anticiclone delle Azzorre e quello nordafricano), facendo da barriera all’ingresso delle perturbazioni e quindi delle piogge. Quanto durerà è difficile da determinare, ma gli esperti affermano che per diversi giorni - tutti quelli del Carnevale sicuramente - la situazione potrebbe ancora essere la stessa. Un baccanale, dunque, all’insegna non solo delle splendide maschere, ma anche della melma.

I dati forniti dal centro comunale di previsione delle maree fanno il punto su un fenomeno eccezionale non solo per i numeri constatati, ma anche per la durata che ormai si protrae da giorni (e si teme duri un’altra settimana). Ieri il dato era di 56 centimetri sotto lo zero mareografico, ma si è già toccata la quota meno sessanta, considerata un limite che se valicato potrebbe creare delle condizioni ancora più nefaste alla città, che pure da sempre condivide il proprio destino con quello dell’acqua.

Sottolinea Alvise Papa, responsabile della struttura comunale, come in questo fine settimana "c’è anche la Luna piena, in cui le massime sono più alte e le minime più basse: di solito ci preoccupiamo per l’arrivo di acqua alta, in questo caso l’attenzione è puntata sul fenomeno opposto motivato appunto dalla minima astronomica con un livello del mare ben al di sotto della media".

A soffrire la crisi idrografica dei rii sono anche i pesci che agonizzano o muoiono nel fango della Laguna, soprattutto cefali. Una testimonianza e un allarme ambientale che preoccupa Claudio Vernier, presidente dell’associazione dei commercianti di piazza San Marco alle prese con la risalita dopo i danni della pandemia; ha raccontato che uscendo sulla Fondamenta Ca’ Balà ha notato "molti pesciolini morti lungo il canale, mentre a 30-40 centimetri di profondità se ne notavano anche alcuni agonizzanti". Intanto sempre sulla questione dell’acqua, stavolta riguardo la siccità che anche in Veneto ha colpito ambiente e attività economiche legate alla terra, va avanti in consiglio regionale la proposta di legge presentata da Gabriele Michieletto (Lega-Liga Veneta) che propone di recuperare acqua piovana con cui far fronte ai periodi di assenza.