Martedì 23 Aprile 2024

Colpita con le forbici dalle compagne A 13 anni rischia di perdere la mano

Sarà operata al polso la ragazzina aggredita e potrebbe restare sfigurata. Il movente: l’invidia per i bei voti. È stato il padre di una delle due assalitrici a portare la figlia in caserma. La cittadina è ancora sotto choc

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di Tommaso Papa

Era in un bagno di sangue, ha avuto solo la forza di sussurrare il nome delle amiche-aguzzine e ha rischiato di morire. Solo l’intervento di una donna coraggiosa, che ha messo in fuga le assalitrici e ha dato l’allarme, ha evitato che finisse dissanguata. Si precisano i contorni drammatici del ferimento di una ragazzina di 13 anni da parte di due sue compagne di scuola, avvenuto alle 16 di sabato a Castelbelforte, un paesino del Mantovano, 3.300 anime, a ridosso della provincia di Verona. Tanti particolari, alcuni agghiaccianti, emergono dalle testimonianze di chi c’era o ha sentito i racconti delle protagoniste. Tranne un elemento-chiave, il perché di tanta violenza: la vittima è una studentessa modello, prima in tutto, a scuola, nello sport, al catechismo e la voce di paese vuole che sia stata aggredita per invidia, per i troppi bei voti. Ma basta questo a giustificare tanta violenza? Quanto alla gelosia per un ragazzino conteso, nemmeno i rumors la confermano.

"Sabato pomeriggio ero a lavorare (nel suo laboratorio da elettricista, ndr) – racconta il sindaco leghista Massimiliano Gazzani – ho sentito le sirene delle ambulanze e sono uscito". A due isolati di distanza sono arrivati i soccorsi, i carabinieri, un elicottero: "Ho visto quella ragazza sul prato, in una pozza di sangue. Mi ha fatto una terribile impressione, ho saputo che l’ha salvata in extremis una giovane donna che abita lì". In via Roncolevà, il luogo del ferimento, c’è un piccolo parco con qualche panchina e un capannone industriale a pochi metri, separato da una passerella tra le siepi. La figlia del titolare del capannone per caso si trova lì a raccogliere legna, sente delle urla e vede la scena: due ragazzine che ne tengono ferma un’altra, la prendono a pugni e poi la colpiscono con un oggetto che sembra un coltello. La donna si lancia verso di loro, le teenager scappano (ma una torna indietro a raccattare, con freddezza, le forbici servite per l’agguato, forbici da sarta poco appuntite, che per fortuna hanno evitato il peggio) mentre la testimone lancia l’allarme.

La ragazzina ferita è vigile quando arrivano i soccorsi ma le sue condizioni continuano a preoccupare: il pestaggio ha lasciato segni su tutto il corpo, ha ferite alla testa e al volto che potrebbero sfigurarla, soprattutto le sono stati recisi i tendini di un polso, probabilmente mentre cercava di difendersi. Oggi verrà operata nell’ospedale Borgo Trento a Verona, dove è ricoverata e dove cercheranno di salvarle la funzionalità della mano. Che hanno fatto intanto le sue due coetanee, compagne di scuola eppure nemiche?

Subito dopo i fatti sono corse a casa: una ha raccontato al padre cosa era accaduto e lui ha chiamato la famiglia dell’altra ragazzinaa assalitrice per dire che stava andando dai carabinieri. Le vie tra familiari e uomini dell’Arma si sono incrociate, perché nomi e indirizzi delle tredicenni violente erano già stati individuati. Le teenager sono state ascoltate nella caserma di San Giorgio Bigarello e rimandate a casa: sono minorenni, non imputabili e non sottoponibili a misure di sicurezza. I carabinieri, però, invieranno un rapporto sui fatti al Tribunale dei Minori di Brescia. Oggi la scuola del paese riaprirà, loro - le due ragazze terribili - non ci saranno ma lo choc per quanto accaduto dominerà la ripresa settimanale: per questo è già stato convocato uno psicologo che interverrà sulla terza media frequentata dalle tre ragazzine, ma anche sul resto della scuola, se servirà ad allentare la tensione e a rispondere all’incredulità.