Sabato 20 Aprile 2024

Colpevole o no? Già condannato all’oblìo

Massimo

Donelli

La democrazia è difficile da esportare. La scemenza, invece, è un attimo. Così capita che a New York City, la Roma dell’impero americano, un gruppo di sciroccati alla guida della Academy of Television Arts & Sciences decida di imitare quei fanatici dell’Isis che distrussero con i bulldozer il sito archeologico assiro di Hatraq, Iraq settentrionale, patrimonio dell’Unesco. Bersaglio degli accademici: Andrew Cuomo, 63 anni, ex governatore dello Stato di New York, costretto a dimettersi in quanto accusato di molestie sessuali (non ancora sancite da alcuna sentenza penale). Per quelle molestie Cuomo non è stato investito con un bulldozer perché, fin qui, la cancel culture si è astenuta dall’uso della violenza fisica sulle persone limitandosi a esercitarla sulle statue.

Con sprezzo del ridicolo, però, ieri è stato spogliato del premio ricevuto nel 2020 per aver informato al meglio l’opinione pubblica durante la pandemia. Non basta. Cuomo è stato anche condannato all’oblio con quella che in latino si usa definire damnatio memoriae: il suo nome e ogni riferimento al premio, infatti, saranno eliminati dagli archivi della sgangherata Academy. Stessa sorte inflitta all’attore Kevin Spacey, 62 anni, accusato di aver molestato un collega minorenne e bandito da Hollywood prima ancora d’esser chiamato a difendersi in tribunale.

La testa mediaticamente ghigliottinata di Cuomo ha scatenato l’entusiasmo di una moderna tricoteuse, Cynthia Nixon, 55 anni, attrice gay di "Sex and the City", attivista LGBTQIA+, sconfitta proprio da Andrew nelle primarie 2018 dei Democratici: "La differenza tra lui e me è che nessuno di noi è governatore, ma io mi tengo i miei Emmy" ha detto; dando quello che l’immortale Fedro definisce "il calcio dell’asino": recare offesa a chi non è più in grado di difendersi. Come succede, appunto, alle statue. Fossi Cuomo ci riderei su e buonanotte. Anche se simili nefandezze, diciamolo, provocano un certo prurito alle mani…