Colori regioni: chi può cambiare dopo Pasqua e quando. Sicilia verso la zona rossa

Lazio resta in zona arancione. Emilia-Romagna, Toscana, Lombardia e Puglia non si muovono almeno fino al 12 aprile

Italia divisa tra zone rosse e arancioni

Italia divisa tra zone rosse e arancioni

Roma, 1 aprile 2021 - Quella che arriverà venerdì al settimanale appuntamento con i dati della cabina di regia sarà un'Italia quasi immobile. Allo stato si ipotizza come possibile solo l'innalzamento della Sicilia dall'arancione al rosso, con qualche rischio di rosso per la Liguria, che dovrebbe essere scongiurato dal mantenimento di misure rigorose nel ponente.

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Sicilia verso la zona rossa

Dopo il pasticciaccio brutto dei falsi dati sull'emergenza Covid, che ha portato a tre arresti e alle dimissioni dell'assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, in Sicilia, si è rimessa in moto la macchina dell'assessorato che oggi ha comunicato a Roma i numeri sulla pandemia. Un "riallineamento" che ha fatto schizzare immediatamente verso l'alto alcuni dati. E ora si teme fortemnte di finire in zona rossa.

Negli ultimi due giorni sono infatti 2.904 i nuovi positivi al Covid su 14.623 tamponi processati, con una incidenza di positivi che vola a quasi il 20%. Lunedì il numero comunicato dalla Regione era di 799 nuovi positivi giornalieri, mentre il tasso era fermo al 3,4%. Le vittime sono 21 negli ultimi due giorni; 4.628 dall'inizio della pandemia sempre in base al conteggio "ufficiale". Il numero degli attuali positivi è di 19.920, con 2.503 casi in più rispetto a due giorni fa, mentre i guariti sono 380. Negli ospedali i ricoverati sono 1.031, 22 in più rispetto a due giorni fa; quelli nelle terapie intensive 140, sette in più. La distribuzione dei contagi vede ancora una volta la provincia di Palermo largamente in testa con 1.133 nuovi casi, il doppio rispetto a Catania. E proprio due comuni dell'hinterland palermitano, Partinico e Borgetto, hanno chiesto al presidente della Regione Nello Musumeci l'istituzione della zona rossa per almeno 15 giorni. Adesso sarà la Regione che nelle prossime ore potrebbe emanare il provvedimento restrittivo che in questo momento riguarda altri 16 comuni siciliani.

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Emilia-Romagna non cambia colore

Cala l'incidenza settimanale dei nuovi casi di coronavirus per 100mila abitanti in Emilia-Romagna che - con un valore di 318 (22-28 marzo) - resta però ancora ben al di sopra della soglia di guardia (250). Non ci sono quindi i presupporti perchè sia realistico ipotizzare che la zona rossa in vigore dal 22 marzo possa diventare arancione. Al 28 marzo (ultimo dato disponibile) 

Per quanto riguarda l'incidenza settimanale dei singoli territori provinciali, il dato peggiore è 428 casi su 100mila abitanti di Forlì-Cesena (491 a Forlì e 371 a Cesena). A seguire le province con l'incidenza più alta sono Ferrara (383) e Rimini (382). Poi Bologna (331, con Bologna a 340 e circondario imolese a 270), Ravenna (321), Modena (306), Parma (292), Reggio Emilia (258) e Piacenza (141). Si registra un calo per tutte le province tranne tre: l'incidenza settimanale è aumentata a Ferrara (era 355 nella settimana 15-21 marzo), a Parma (da 266) e Piacenza (da 135).

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Toscana

Di sicuro la Toscana, andata in zona rossa questa settimana, rimarrà tale per due settimane, quindi fino al 12 e molto probabilmente non cambierà prima del 20. "Quanto resterà in zona rossa la Toscana? Non lo so. Non voglio pronunciarmi -  ha detto ieri il governatore Domenico Giani - su questi dati che in questo periodo sono assolutamente oggettivi. Oggi sono stati più di 1.500 i casi, significa quindi che il contagio non se ne va, che è piuttosto esteso in Toscana. Di conseguenza domani (oggi per chi legge ndr) verranno fatte le somme e siamo sul limite, è inutile mettersi a fotografare la situazione adesso".

E anzi le restrizoni aumentano, in alcuni comuni. Nel fine settimana di Pasqua il Comune di Capalbio (Grosseto) ha deciso di bloccare  l'accesso al mare. Nei giorni di sabato 3, domenica 4 e lunedì 5 aprile è vietato recarsi sul litorale e, per questo, saranno bloccati gli ingressi alle spiagge di Torba, Chiarone, Macchiatonda, il passaggio pedonale nei pressi dell'Oasi Wwf e gli accessi al litorale che costeggia la ferrovia.

Parchi chiusi a Borgo San Lorenzo (Firenze) da oggi all'11 aprile. Lo ha stabilito il sindaco Paolo Omoboni. "Da domani e fino a domenica 11 aprile - ha scritto ieri il sindaco su Fb - sarà vietato l'accesso ai giardini di piazza Dante, al parco Sandro Pertini (salvo i vialetti per l'attraversamento con divieto di stazionamento) e alle aree gioco pubbliche".

Con la Toscana in zona rossa a Firenze vengono intensificati i controlli per il rispetto delle norme anti-covid. È quanto stabilito dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Ci sarà "particolare attenzione ai parchi pubblici, nei quali anche l'attivi motoria è limitata alle specifiche restrizioni previste dalla normativa che disciplinala zona rossa", si spiega da palazzo Medici Riccardi. 

La prefettura, infatti, ricorda "che l'attività motoria all'aperto è consentita solo se è svolta individualmente e in prossimità della propria abitazione. È obbligatorio rispettare la distanza di almeno un metro da ogni altra persona e indossare dispositivi di protezione individuale". Anche le passeggiate sono ammesse "esclusivamente in prossimità della propria abitazione". Resta comunque consentita la passeggiata con figli minori o persone non autosufficienti senza che sia necessario il rispetto del metro di distanza.

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La Lombardia resta zona rossa

La Lombardia rimarrà in zona rossa almeno fino all'11 aprile. A dirlo è il governatore della Regione, Attilio Fontana. "Certi dati stanno sicuramente migliorando. L'Rt si è abbassato in maniera considerevole. Ma abbiamo ancora un po' di valutazioni negative legate a occupazione di ospedali e delle terapie intensive", spiega il presidente. Proprio per questi motivi, Fontana pensa che la Regione sarà in zona rossa "per tutta la settimana di Pasqua", ma si augura che "una volta finito il periodo delle vacanze pasquali si possa ricominciare a respirare". Ma se l'incidenza dei casi non 'invertirà' rotta nei prossimi giorni, la fascia massima di rischio potrebbe restare fino al 20 aprile. 

Veneto, stop vaccinazioni

"Noi che al momento siamo primi per vaccinazioni, ne facciamo 35 mila al giorno - ha detto ieri sera il governatore del veneto Luca Zaia -  annunciamo che sospendiamo le vaccinazioni, a parte qualche richiamo. I vaccini non sono arrivati, quindi la macchina perfetta che abbiamo messo in piedi con modelli di accesso rapido, diretto, senza prenotazione in questo momento non riusciamo a garantirla, perché non abbiamo la materia prima". 

Liguria a due velocità

La regione dovrebbe confermnare l'arancione, ma per il ponente è probabile che vengano mantenute le misure in atto. "Oggi - ha spiegato il governatore della Liguria Giovanni Toti - abbiamo una Liguria che va a 2 velocità, con un'incidenza che nel savonese ha superato la soglia dei 250 contagi su 100 mila abitanti. Nell'imperiese non si è raggiunta ma i numeri sono indubitabilmente in crescita, mentre il genovesato, il Tigullio e La Spezia hanno valori decisamente meno preoccupanti, anche dal punto di vista della pressione ospedaliera. Se nei prossimi giorni non ci fosse un'inversione dei dati, che purtroppo non vedo al momento molto probabile, è possibile che per alcuni di quei distretti sanitari o per le intere province si possa pensare a un prolungamento delle misure ulteriormente restrittive, tenendo però naturalmente conto dei parametri nazionali per l'assegnazione delle zone per l'intera regione". 

Marche, passo indietro

"Dopo alcuni giorni della settimana in cui la curva pandemica sembrava rallentare il dato di oggi con oltre 800 positivi ci riporta addirittura indietro di due settimane, nel mezzo del picco della pandemia".

È il commento preoccupato del governatore delle Marche, Francesco Acquaroli, dopo aver letto ieri i dati del servizio Salute della Regione di questa mattina: 807 nuovi contagi con un tasso di positività nel percorso nuove diagnosi pari al 23,4% che sale al 31,5% se si considera solo il rapporto tra contagi e tamponi molecolari. Numeri che mettono a forte rischio il passaggio delle Marche dalla zona rossa a quella arancione. 

"Speriamo che sia un dato sporadico perché altrimenti si rischia di compromettere il passaggio della nostra Regione nella fascia meno restrittiva - continua Acquaroli in un post su Facebook -. Mi appello a tutti a continuare ad avere la massima attenzione, imposta dalla pressione sanitaria nei nostri ospedali ma anche dalla necessità di uscire quanto prima da queste restrizioni così pesanti. La Regione non ha alcuno strumento di intervento davanti a dati che ci condannano nella cabina di regia. È dura e difficile per tutti ma cerchiamo di essere scrupolosamente attenti nella nostra quotidianità".

Umbria migliora ma non cambia

"Oggi abbiamo solo due 'colori', rosso e arancione, altrimenti l' Umbria sarebbe stata 'zona gialla'. I numeri dicono questo":  ha sottolineato ieri la presidente della Regione Donatella Tesei.

Lazio ancora arancione

Nell'ultima valutazione settimanale il Lazio è stato promosso ad arancione e tale dovrebbee ssere cnfermato, ma in regione si segnale un lieve aumento dei casi che non lascia tranquilli.  "La zona arancione - dice l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato - non è un disco verde, bisogna mantenere alta l'attenzione. Purtroppo circolano ancora molte varianti anche nella nostra regione. Questo ci deve far mantenere un livello sempre molto alto di rigore nei comportamenti". 

Puglia zona rossa

Solo verso la fine di aprile potrebbe migliorare la situazione" e "difficilmente, subito dopo le festività pasquali, potremmo essere fuori dalla zona rossa". Lo ha detto l'assessore regionale alla Sanità Pier Luigi Lopalco durante i lavori della IV commissione consiliare. Aggiornando sulla situazione epidemiologica regionale, l'assessore ha evidenziato che "in alcune province si è in una fase di stabilizzazione, mentre in altre la curva continua a crescere".

Le altre regioni

Qualche possibilità per la Campania di passare in zona arancione. Non si muovono dal rosso Piemonte, Valle d'Aosta e Friuli che, a questo punto, potrebbero restare nella fascia più alta di rischio fino al 20 aprile.