Colori regioni Covid: Emilia-Romagna verso zona arancione, Lombardia in bilico

Le Marche sono a un passo dalla zona arancione ma dovrebbero rimanere gialle. Umbria e Abruzzo a rischio zona rossa. Sotto osservazione anche Lazio, Piemonte e Friuli Venezia Giulia

Zone Italia Covid, verso il cambio colore delle regioni

Zone Italia Covid, verso il cambio colore delle regioni

Roma, 17 febbraio 2021 - Emilia Romagna in zona arancione e Umbria e Abruzzo in zona rossa: questo è quanto potrebbe decidere il ministero della Salute venerdì sui colori delle Regioni, visti i dati Covid che saranno elaborati dalla Cabina di Regia. Rischiano anche le Marche, ma meno, perchè l’RT è appena sotto 1 e i dati di occupazione degli ospedali, pur alti  stanno livemente scendendo: probabilmente resteranno in zona giallaIn bilico pure la Lombardia, che avrebbe un Rt a 1.04 e ha alcuni focolai che hanno obbligato a istituire zone rosse locali in quattro comuni.

Aggiornamento: Colori regioni: oggi il verdetto. Rt in crescita: 0,99 (1.07 nel limite superiore)

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Alcuni virologi chiedono decisioni rapide e drastiche. "Serve una doppia strategia, di medio contenimento con zone arancioni e zone rosse – ha detto a Rai radio 1 il virologo e professore all’Università di Padova Andrea Crisanti –  le quali potrebbero andare bene in determinate situazioni. Ma dove c’è la variante brasiliana bisogna bloccare tutto ed impedirgli di diffondersi. In Italia ci sono un paio di focolai, in Umbria e in Abruzzo, in questi casi - ha concluso il medico a 'Un Giorno da Pecora' - bisogna chiudere tutto, fare un lockdown chirurgico". La Toscana, la Liguria e la provincia Trento, passate la scorsa settimana in zona arancione, rimarranno tali e così la provincia di Bolzano. Sono invece sotto osservazione Lazio, Friuli Venezia Giulia e Piemonte, che allo stato sono solo debolmente a rischio zona arancione. 

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Emilia Romagna

I positivi oggi sono stati 1.025, in crescita rispetto ai  968 di martedì. I decessi calano da 35 a 31. Tornano a scendere  nel complesso anche i numeri dei ricoveri: c’e’ un paziente in piu’ nelle terapie intensive (176 in tutto), ma sono 71 le persone in meno negli altri reparti covid (1.902 in totale). Il rischio che dalla prossima settimana l’Emilia-Romagna entri in zona arancione è però concreto, visto che l’indice Rt – a 0.94 nella prima settimana di febbraio – è questa settimana di poco sopra quota 1. Lo ha confermato anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini. "Potrebbe succedere - ha detto - che l’Emilia-Romagna e anche altre regioni diventino tra qualche giorno zona arancione, non per una situazione drammatica ma perché la situazione è peggiorata rispetto a qualche settimana fa". Il tasso di occupazione delle terapie intensive e degli altrio reparti che ospitano pazienti covid non è preoccupante (ieri Agenas la valutava al 23% in terapia intesiva dove la soglia di attenzione è al 30% e 32% in area non critica dove la soglie è al 40%) e così il numero giornaliero di contagi, ma l’Rt è un macigno.  

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Lombardia

A fronte di 38.296 tamponi effettuati, sono stati 1.764 i nuovi positivi al coronavirus registrati oggi in Lombardia dove il tasso di positività scende di un punto percentuale dal 5,6% di ieri al 4,6% di oggi. Diminuiscono di 10 i ricoverati nelle terapie intensive (totale 363) ma aumentano di 47 quelli nei reparti Covid (totale 3.740). I morti calano da 38 a 29. 

Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ieri sera ha firmato l'ordinanza che dispone l'attivazione della 'fascia rossa' per 4 comuni lombardi, (Viggià, Bollate, Castrezzato e Mede), che da questa sera alle 18 chiuderanno le scuole di ogni grado e gli asili. Si tratta di "fascia rossa, con cui si fa riferimento al Dpcm che ha istituito le fasce, gialla, arancione e rossa, e che prevede che i singoli presidenti di Regione possono rendere più stringenti le misure in certi territorio o allargare in altri". Ieri secondo fonti romane la Lombardia avrebbe accresciuto le probabilità di diventare zona arancione. E in Regione si sono irritati.

"Spero e mi auguro di no - ha replicato il governatore Fontana -, i dati ufficiali non sono ancora arrivati, con il Cts ci si confronta il venerdì. Una delle cose che chiedo se si può anticipare questa data perché i dati al Cts arrivano il martedì, forse si potrebbe anticipare la notizia" sul collocamento delle Regioni nelle diverse zone di rischio. A Milano da due giorni l'Rt è a 1.08, il dato regionale dell'RT dovrebbe essere a 1.04: due dati sopra soglia, seppure di poco. 

Umbria

Tornano a crescere i nuovi casi e i ricoverati Covid in Umbria. Nell’ultimo giorno sono stati registrati 438 positivi, più 88 per cento rispetto a ieri, 281 guariti e 11 morti, 933. Gli attualmente positivi sono ora 8.431, 146 in più di ieri. Con un tasso di positività totale del 5,4 per cento (ieri 2,8) e del 9,79 per cento sui soli molecolari (5,2). I ricoverati in ospedale sono ora 554 (sette in più), 83 dei quali (uno in meno) in terapia intensiva. Rimangono  valide le misure in atto, prese con ordinanza dello scorso 6 febbraio dalla presidente Donatella Tesei, e cioè la zona rossa “locale”, che comprende sempre tutta la provincia di Perugia e dalla quale però escono quattro comuni della provincia di Terni. Le restrizioni, che prevedono anche le scuole chiuse - dagli asili nido alle superiori - attualmente riguardano dunque tutta la provincia di Perugia e due soli comuni ternani: Amelia e San Venanzo. Le misure resteranno in vigore fino al 21 febbraio.

Marche

L’indice RT delle Marche è appena sotto 1. Ma ci sono differenze da provincia e provincia. Martedì il governatore Francesco Acquaroli ha firmato una ordinanza con la quale si limitano da oggi a venerdì notte gli spostamenti da e per la provincia di Ancona, salve le esigenze per lavoro, per motivi di salute e di studio e per il rientro nella propria residenza. Il rischio è che l’Rt – che è appena sotto all’1 – salga sopra l’1 e il ministero della Salute decida di mettere tutta regione in zona rancione.

“Un provvedimento precauzionale necessario per mitigare i flussi dei cittadini e monitorare l’andamento del contagio, soprattutto in riferimento alla variante inglese nell’anconetano e nel resto della nostra regione” ha spiegato il Governatore. Non sarà una vera e propria zona rossa, visto che l’ordinanza non chiude bar, ristoranti e locali pubblici in genere.  Oggi, terzo giorno di lieve calo per il numero di ricoveri nelle Marche per Covid-19: da 615 a 612 (-3). In particolare sono diminuiti i degenti in terapia intensiva (78, -2) e in semintensiva (154, -1) mentre è invariata la situazione nei reparti non intensivi (380). Il tasso di ociapazione delle terapie intesive è però al 36% (soglia al 30%), quelle delle aree nobn criche al 46% (soglia al 40%). Secondo fonti della regione, è probabile - anche alla luce dell'ordinaza per Ancona, ordinanza che potrebbe essere prorogata  - che le Marche restino in zona gialla. 

Abruzzo

Continua ad aumentare in Abruzzo il numero dei pazienti affetti da Covid-19 ricoverati in ospedale: nelle ultime ore si registrano 15 nuovi ricoveri, che fanno salire il totale a 615. Per vedere numeri così alti bisogna tornare alla metà di dicembre 2020, quando il trend era in calo dopo il picco di novembre.

Una settimana fa erano 548, due settimane fa erano 474. Il tasso di occupazione delle terapie intensive è 33,3%, a fronte di una soglia di allarme pari al 30%. In particolare, in area medica ci sono 551 pazienti (+16 rispetto a ieri): è occupato il 36,9% dei 1.491 posti letto disponibili (livello di allerta 40%).

Il presidente di Regione nei giorni scorsi ha firmato l’ordinanza che ha istituito, a partire da domenica, la zona rossa nelle provincie di Pescara e di Chieti: in quei territori e, in particolare, nell’area metropolitana, il virus dilaga, con la variante inglese che è responsabile del 65% dei contagi. ma fiorse non basterà. "Credo che i blocchi siano utili e necessari – ha commentato  a margine di una conferenza stampa, il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio – quando sono tempestivi e isolano il prima possibile i focolai, come noi abbiamo fatto. È evidente che è compito del ministero seguire l’andamento nazionale e capire se siamo ancora in tempo per fare chiusure localizzate, isolare i focolai più pericolosi e tenere sotto controllo l’epidemia o se la diffusione delle varianti ha raggiunto un livello tale che da qui a pochi giorni si troveranno tutti nella stessa situazione dell’Umbria e di Pescara".