Zona gialla, colori regioni, Green pass, obbligo vaccino: scenari e ipotesi sulla stretta

Gelmini: "Se situazione dovesse peggiorare dovremmo tenere in considerazione istanze delle Regioni". Bonomi: "Obbligo vaccinale unica soluzione". Rezza: "Terza dose prima dei sei mesi? Ipotesi da valutare con attenzione"

Green Pass alla stazione Termini

Green Pass alla stazione Termini

Roma, 19 novemnre 2021 -  Anche in Italia si va verso restrizioni o addirittura un lockdown per i non vaccinati? Da giorni si discute se adottare o meno il modello Austria o Germania. La quarta ondata di Covid, infatti, sta colpendo tutta Europa (qui la mappa Ecdc), principalmente quella dell'Est, e i dati allarmano, sopratutto in vista della festività natalizie. Mentre le Regioni sono in pressing per seguire i modelli adottati dalle altre nazioni, il dibattito resta acceso. "L'unica cosa che ci può mettere al sicuro è l'obbligo vaccinale", è quanto sostiene il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. E il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, non ha escuso di valutarlo "per le categorie che hanno un contatto costante con il pubblico". Ma, per ora, "il governo sta monitorando in modo rigoroso i numeri - ha messo un punto Mariastella Gelmini - e al momento non ci sono nuove restrizioni in vista".

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Il ministro degli Affari regionali ha tuttavia lasciato anche aperto uno spiraglio: "Se la situazione dovesse peggiorare nelle prossime settimane o nei prossimi mesi - ha dichiarato - dovremmo tenere in seria considerazione le istanze delle Regioni". E Carlo Sibilia, sottosegretario all'Interno, ha insistito sulla necessità di "evitare che la situazione precipiti come in altri Paesi Ue". "Il confronto tra i decessi di novembre 2020 e 2021 è chiaro: i vaccini stanno salvando tante vite", ha sottolineato Sibilia, che ha evidenziato come "vanno ascoltati subito i presidenti di Regione e il green pass va rafforzato già ad inizio dicembre".

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A tal proposito, il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, ha dichiarato che "già nella giornata di lunedì o al più tardi martedì avremo l'incontro con il Governo". A tema le nuove misure di contenimento dei contagi.

Restrizioni, la posizione del governo

Il "governo è vicino alle Regioni e ne comprende le preoccupazioni", ha spiegato Mariastella Gelmini, ma per il momento, rispetto a quanto sta accadendo nel resto d'Europa, secondo il ministro la situazione in Italia "non è così grave, ma i numeri non ci fanno stare tranquilli perché nell'ultima settimana i contagi sono aumentati del 32% e del 15% i ricoveri" (qui l'ultimo monitoraggio dell'Iss). E un'incidenza sul numero dei contagi arriva dai non vaccinati che sono il 15% della popolazione, ha proseguito Gelmini: "La campagna è stata un successo e fortunatamente abbiamo l'85% della popolazione che ha ricevuto due dosi, ma pesano i non vaccinati".

In ogni caso, se il governo fosse costretto a varare misure più restrittive e si dovesse decidere "un cambio di colore" di alcune Regioni, ha precisato il ministro, "credo che non si possa penalizzare quell'85% di italiani vaccinati". "Abbiamo in programma per la prossima settimana una riunione con le Regioni, ci sarà un confronto politico nel governo", ha aggiunto, ribadendo che "oggi la situazione dell'Italia è migliore di altri Paesi, ma sta aumentando il numero dei contagi soprattutto in quelle regioni in cui c'è una percentuale di vaccinati inferiore alla media nazionale".

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​Obbligo vaccinale 

Spinge sull'obbligo vaccinale Carlo Bonomi. "Purtroppo abbiamo una recrudescenza dei numeri che non ci fa stare tranquilli - è l'allarme lanciato dal presidente di Confindustria -. Credevo che il Green pass fosse lo strumento che potevamo utilizzare, però l'unica cosa che ci può mettere al sicuro è l'obbligo vaccinale, quindi quello è un percorso su cui dobbiamo avere il coraggio di fare una riflessione seria". "Purtroppo - ha spiegato - i dati che arrivano dal nord ed Est Europa sono preoccupanti non ci possiamo permettere di bloccarci, la nostra è un'economia basata sulla trasformazione, e quindi sull'export: quest'anno forse faremo il record di 500 miliardi e non ci possiamo fermare".

Sul punto è intervenuto anche il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa: "Siamo stati il primo Paese in Europa a introdurre l'obbligo vaccinale" contro Covid-19 "per i sanitari e io non escludo di poter fare una riflessione e valutare se è opportuno introdurre l'obbligo per altre categorie che hanno un contatto costante con il pubblico, le forze dell'ordine, coloro che operano nella grande distribuzione". "Ci possono essere dei criteri - ha aggiunto - ma sono tutte valutazioni che dobbiamo fare al momento opportuno. E io credo che, pur attenzionando i dati, pur continuando a usare il senso di responsabilità, dobbiamo guardare al futuro con fiducia". Per ora, ha concluso, "l'appello che dobbiamo fare è di continuare a osservare le regole". Per Gianni Rezza, direttore Prevenzione del ministero della Salute, "quelli che ad oggi non hanno raggiunto sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario sono soprattutto persone giovani. Accorciare questo intervallo non avrebbe effetti negativi e potrebbe dare qualche possibilità in più di accelerare la campagna vaccinale, è quindi un elemento da valutare con una certa attenzione".