Martedì 16 Aprile 2024

San Lazzaro, il sindaco Conti va dai carabinieri: "Su Idice ho subito forti pressioni"

Inchiesta sul progetto edilizio bocciato dal Comune

Una manifestazione contro la ‘cementificazione’  di Idice in piazza Bracci, nel centro di San Lazzaro

Una manifestazione contro la ‘cementificazione’ di Idice in piazza Bracci, nel centro di San Lazzaro

Bologna, 31 dicembre 2014 - FORTI e ripetute pressioni, al limite delle velate minacce. Tanto che il giovane sindaco di San Lazzaro, Isabella Conti, bersaglio di quelle pressioni, si è allarmata al punto da rivolgersi ai carabinieri. E ora sul caso indaga la Procura, che ha aperto una delicatissima inchiesta il cui esito è ancora tutto da scrivere. La spinosa vicenda ruota attorno a quella che è stata ribattezzata la ‘colata’ di Idice, cioè il progetto del mega-insediamento urbano da 582 alloggi, più una scuola e un centro sportivo, che sarebbe dovuto sorgere fra via Palazzetti e via Fondè. Un progetto varato dalla giunta precedente, guidata da Marco Macciantelli, ma che il nuovo (e renziano) primo cittadino del Pd ha stoppato attraverso una delibera con cui ha avviato il procedimento di decadenza del Poc, il Piano operativo comunale.

LA DECISIONE, formalizzata a fine novembre, ha ovviamente innescato le proteste dalla cordata di cooperative che dovevano realizzare la ‘colata’, fra cui Coop costruzioni, Palazzi Srl e Astrale Srl (in origine c’era anche il colosso imolese Cesi, ora in liquidazione coatta). Proteste pubbliche e legittime, sia ben chiaro, tanto che alcuni esponenti di quelle coop hanno spiegato di essere pronti a una causa milionaria. Anche quella, ovviamente, del tutto legittima.

IL PROBLEMA è che altre persone, vicine al mondo della politica e dell’imprenditoria, hanno bussato alla porta del sindaco Conti e le hanno chiesto con insistenza di rivedere la sua decisione. Più persone, in diverse occasioni. Paventando, in caso di conferma del no all’insediamento, gravi conseguenze per lo stesso primo cittadino e per il Comune. Pressioni indebite, appunto. Con toni velatamente minatori.

ALMENO così li ha percepiti la Conti, che si è preoccupata moltissimo ed è andata a raccontare tutto ai carabinieri. I quali hanno fatto immediatamente rapporto alla Procura. E così il caso è finito sul tavolo del procuratore aggiunto Valter Giovannini, che ha aperto un fascicolo conoscitivo, al momento senza indagati né titoli di reato, per far luce sull’accaduto. Una decina di giorni fa il sindaco è stato sentito dai carabinieri del Nucleo investigativo di Bologna e ha formalizzato la denuncia, facendo nomi e cognomi degli autori delle pressioni.

DELLA SCOTTANTE vicenda, peraltro, si parla da giorni negli ambienti politici sia di San Lazzaro che di Bologna. La Conti ha più volte spiegato la ragione per cui ha fatto decadere il Poc che prevedeva il maxi-progetto, e cioè la mancata presentazione di alcune fidejussioni, per 13 milioni di euro, da parte di alcune coop della cordata. La decisione della giunta dovrà essere discussa e votata dal consiglio comunale a metà gennaio. Visto che l’opposizione di centrodestra si è sempre opposta alla ‘colata’, l’esito appare scontato. Anche se ora bisognerà capire l’impatto che avrà la notizia delle pressioni e della relativa inchiesta.

Questa, infine, non è la sola inchiesta sulla ‘colata’. Già un anno fa in Procura era arrivato l’esposto di un comitato di oltre duemila cittadini di San Lazzaro contrari al progetto. Il pm Rossella Poggioli aveva perciò aperto un fascicolo, anche quello conoscitivo, attualmente in fase di indagine.