Code anche di 22 chilometri È ripartito l’esodo di Pasqua

Maxi fila al tunnel del Gottardo. Assalto degli stranieri alle città d’arte . Si notano le assenze di russi, cinesi e giapponesi. Un italiano su 4 in vacanza

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di Antonella Coppari

Evviva. Le macchine procedono a passo d’uomo, la coda all’imbocco della galleria del Gottardo in Svizzera è chilometrica: 22 chilometri per la precisione. Gli ingressi si contano a milioni, le uscite più o meno altrettanto numerose benchè il grosso dell’esercito italiano che si appresta a lasciare le proprie abitazioni resterà nel suolo patrio. Sotto assedio chiese, basiliche e monumenti ma anche, in questo anticipo di estate, spiagge e stabilimenti. Insomma, almeno per quanto riguarda il turismo, la pandemia è finita. Il Covid non terrorizza più, il lockdown è solo un ricordo.

Federalberghi conta che per le festività sono 14 milioni gli italiani (quasi uno su 4), che si metteranno in viaggio; a questi la Cna aggiunge un milione e mezzo di stranieri: francesi, tedeschi, spagnoli, inglesi ma turisti nord europei, quindi canadesi e americani. Mancano all’appello ovviamente i russi e non è una voce secondaria dal momento che il calo d’afflusso pesa intorno al 2%. Pochi pure i cinesi e i giapponesi: la guardia contro il Covid è ancora alta. Gli stranieri affolleranno le città d’arte: a Roma le file di fronte a monumenti come il Pantheon hanno già spedito nel magazzino delle immagini più suggestive del passato le istantanee spettrali dei centri storici deserti. Verso il sold out anche Venezia, ma alte sono le presenze pure a Milano e Firenze, Siena e Pisa, a Napoli, Palermo e Catania. Per gli italiani un’opzione prioritiaria ma non la preferita: è il mare infatti la meta più ambita, scelta da un connazionale secondo i dati di Federalberghi. Almeno 500 mila sono le presenze stimate sulla riviera romagnola. Solo nel riminese 400 hotel aprono in questo periodo. Una buona fetta (16,4%) opta per la montagna E un 2,2% per le terme: tra Abano e Montegrotto sono attese 40mila persone in 3 giorni. Anche a Saturnia ci sarà il 70% di posti occupati. Sceglie il lago il 4,6% degli italiani. È una boccata d’ossigeno per il settore più di ogni altro massacrato da epidemia e chiusure, quello appunto del turismo: e dunque, per alberghi e ristorazione. Gli arriveranno freschi freschi 5,5 miliardi, secondo il calcolo della Cna.

A quelli rimasti aperti, perché il colpo è stato fatale per moltissimi. "C’è un boom è vero, – ragionano in Cna – ma bisogna tener conto del fatto che il 30-35% delle strutture ha dovuto chiudere". Insomma non siamo tornati al livello del 2019. Le cifre sono senza dubbio confortanti, soprattutto se paragonate alla desolazione del biennio scorso. Ma per una valutazione reale bisognerà aspettare la fine delle vacanze. L’inflazione, le bollette da capogiro, la paura di una nuova crisi rischiano di condizionare la disponibilità alla spesa. Qualche segnale si può già cogliere: 10 milioni di italiani saranno infatti "gitanti": si sposteranno solo per una giornata. Pranzo o picnic fuori porta, e a casa all’imbrunire. Pochi i soggiorni lunghi: il grosso dei pernottanti si attesta sulle due massimo tre notti. Le somme si potranno trarre a cose fatte. Ma la paura che si tratti di una pausa tra una crisi e l’altra peserà eccome.