Claudia Gerini: "Trasporti e sporcizia, la mia Roma in agonia. Così i turisti fuggono"

L’attrice nel suo film più recente interpreta proprio il sindaco della città. "Bisogna partire dalla pulizia, basta con le scuse di ogni amministrazione. Poi potenziare la metropolitana, i treni e i bus da Ostia e Fiumicino"

Claudia Gerini

Claudia Gerini

"Io amo Roma, e la vedo. E mi sembra che mi tenga la mano e mi chieda aiuto. Io amo Roma, la amo da morire. Ma qui è come se ci dicessero: andatevene via, non vi vogliamo". Claudia Gerini è davvero scoraggiata, amareggiata, indispettita dal degrado di Roma, al quale ha dedicato un video diventato virale. Come lei, altri personaggi pubblici, da Alessandro Gassman ad Anna Foglietta, da Elena Santarelli alla giornalista Myrta Merlino, hanno denunciato il degrado della città. Claudia Gerini non è sola nella sua battaglia.

Roma, unica regia dietro i roghi: la capitale ferita si scopre sotto assedio

L’attrice, studi classici sapientemente mascherati negli accenti coatti della Gessica di "Famolo strano!" in ’Viaggi di nozze’ di Carlo Verdone, a Roma è nata e vive. Fra i suoi film più recenti, ’Lasciarsi un giorno a Roma’ di Edoardo Leo, in cui interpreta proprio il sindaco della Capitale. Una sindaca impegnatissima e appassionata, al punto da trascurare il matrimonio per le sorti della città.

Claudia, abbiamo visto immagini sconcertanti di Roma. Sabato scorso un enorme incendio è scoppiato nel parco di Centocelle, provocando una grossa nube di fumo nero.

"Sono immagini sconvolgenti, allarmanti. La pagina più recente di un degrado in cui Roma sta scivolando da anni. Io vivo amando ogni strada, ogni piazza, ogni sampietrino di questa città. E il mio dolore è sincero, è forte, è vero".

Quali sono i punti critici della città?

"Trasporti e sporcizia. Incuria di tutto: monumenti, giardini, strade. Una città lasciata a se stessa. Roma è una vecchia signora che non si fa la doccia da centocinquant’anni".

Roma è troppo complicata da gestire?

"No. Queste scuse non reggono. Anche Parigi, anche Berlino, anche Madrid sono città enormi. Ma non vedo lì quello che vedo a Roma. ‘Roma è troppo grande’, ‘Roma è difficile da gestire’: da anni, la scusa dietro la quale si nascondono tutte le amministrazioni".

Qual è il motivo, dunque, secondo lei?

"O c’è un disegno per affondare questa città, oppure non me lo spiego. Basterebbe iniziare dai fondamentali".

Cioè?

"Pulirla, questa città. È una capitale frequentata da centinaia di migliaia di turisti. Sporcano? Bene: la mattina dopo, si pulisce. Si mobilitano gli addetti che lo fanno per lavoro, si impiega una forza extra da chi prende il reddito di cittadinanza. Ma si pulisce".

Lei ha girato un video diventato virale, sul degrado di Roma.

"Per lavoro mi sono trovata in pochi giorni al Colosseo, a Trinità dei Monti, al Pantheon: tre gioielli, tre simboli di questa città. E ho visto un’incuria totale. Cartoni di pizza che stanno lì da giorni. Sono andata a Fontana di Trevi alle otto di mattina: era già tutta piena di plastica e di cartacce".

Il degrado, la sporcizia. L’altro problema principale?

"I trasporti. Una rete di metropolitana totalmente inadeguata – neanche sessanta chilometri di copertura: a Parigi sono 220 – e con certe fermate in centro rimaste chiuse per mesi. Il treno per Ostia sempre guasto: chi abita a Ostia non riesce ad andare a Roma. E quando scioperano i taxi – legittimamente: non contesto il loro diritto allo sciopero, si badi bene! – da Fiumicino la gente, la notte, che non sa come andar via".

Le è accaduto un episodio simile?

"Sono andata a prendere mia figlia a Fiumicino. Il suo aereo arrivava all’una di notte, in concomitanza con lo sciopero dei taxisti. Ho trovato una situazione da guerra civile: centinaia di turisti stranieri appena sbarcati, bloccati, sgomenti. Chi faceva autostop, chi mi chiedeva se potessi portarli a Roma. Ma tu, città, non riesci a organizzare una manciata di pullman, quel giorno lì?".

Lei viaggia molto, per lavoro. Che confronti fa?

"Quando viaggi ti rendi conto che le cose possono funzionare molto meglio. Non è impossibile. E con molte meno tasse. Perché le tasse qui le vogliono, e mica poche".

Ha una soluzione per tutto ciò?

"Io mi sento sempre più impotente e sfigata. E non vorrei essere interpretata come la brontolona che rompe le scatole a tutti i costi. Ma non capisco questa immobilità, questo lasciar fare, questo fatalismo, come se l’agonia di una città fosse un destino, e non una circostanza che si può cambiare".