Martedì 23 Aprile 2024

Cinque mesi dopo l’alluvione Senigallia, troppi conflitti L’inchiesta è ancora ferma

Tredici morti, e non c’è nessun indagato: cambi continui di pm e gip. Il giudizio spostato da Ancona all’Aquila. È lo stesso film del nubifragio del 2014

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di Andrea Massaro

Il cielo sopra Senigallia era cupo ieri mattina. Pioveva di nuovo, e la gente aveva già iniziato nuovamente a pregare: "Speriamo che il Misa non esondi". Tredici morti, e un corpo deve ancora essere ritrovato da quel maledetto 15 settembre: riaffiorano sempre come incubi dalla melma che ha ricoperto anche l’anima. La gente chiede giustizia, ma chissà se l’avrà mai.

Proprio mentre ieri mattina l’ennesima allerta gialla teneva tutti di nuovo col fiato sospeso, con strade allagate e famiglie che tiravano fuori da scuola i figli per paura di notizie rovinose, arrivava la notizia che gli atti dell’inchiesta nata dopo il disastro del 15 settembre sono stati spediti all’Aquila. Un gip si è dichiarato incompetente e ha fatto presente la sua posizione "conflittuale" al Tribunale di Ancona. Che nei giorni scorsi si è espresso, invitando la Procura dorica a inviare il malloppo (trecento pagine dei carabinieri forestali) ai magistrati del capoluogo abruzzese.

Due alluvioni con conseguenze disastrose, due inchieste che subiscono intoppi e su cui qualche magistrato, arrivato a un certo punto alza le mani. Stavolta non si è andati neanche in udienza preliminare. Figurarsi che al momento non ci sono neppure persone iscritte sul registro degli indagati. Ma nel dicembre del 2020, per l’alluvione che colpì al cuore Senigallia il 3 maggio del 2014 con 4 morti e 180 milioni di euro di danni, il processo affondò ancor prima di iniziare. Furono gli avvocati della difesa a presentare l’eccezione: un giudice del tribunale di Ancona figurava tra i danneggiati dell’alluvione. Si appellarono allo stesso articolo 11 del codice di procedura penale che oggi fa suo il Gip che si dice "incompetente".

All’Aquila si era ripartiti dall’udienza preliminare e a marzo del 2022 la gup Guendalina Bucella aveva rinviato a giudizio gli otto imputati solo per l’accusa di inondazione colposa. Il non luogo a procedere era stato deciso per tutti gli altri reati contestati: l’omicidio colposo, le lesioni personali, l’omissione di atti d’ufficio e il falso che nel frattempo, per il tira e molla giudiziario, si erano prescritti. Per i fatti del 2014 si sta già tenendo il processo in Abruzzo.

Imputati ci sono gli ex sindaci di Senigallia Luana Angeloni e Maurizio Mangialardi, oggi capogruppo Pd in consiglio regionale. Ma il dibattimento non riesce a decollare. Dopo l’improcedibilità dichiarata dal tribunale di Ancona, gli otto imputati erano stati rinviati a giudizio dalla gup abruzzese il 2 marzo dello scorso anno. Il processo infatti doveva aprirsi il 1 dicembre scorso (dopo un rinvio tecnico di giugno), ma difetti di notifica hanno fatto slittare ancora due volte l’inizio delle udienze. Il 16 febbraio scorso, nell’ennesima udienza fissata, si sono ravvisati altri difetti di notifica ad alcune parti offese quindi l’alluvione del 2014 non è entrata nemmeno alle questioni preliminari. Il 12 aprile potrebbe, ma vale la pena usare il condizionale, essere la volta buona. E mentre ancora nelle aule del palazzo di giustizia si gioca a rimpiattino con i fatti del 2014, siamo arrivati al 2023 con una seconda alluvione, ben più sanguinosa della prima, sulle cui carte bisogna ancora vedere il nero dell’inchiostro. Ma già si sa che non se ne occuperà la procura marchigiana.

Il procuratore capo di Ancona, Monica Garulli, assicura che "l’attività d’indagine svolta per evitare la dispersione degli elementi di prova è in sicurezza. Sono stati eseguiti gli accertamenti urgenti e sentite le persone coinvolte. Era doveroso però prendere atto della decisione del Tribunale che ha rilevato l’incompetenza funzionale, considerato tra l’altro, il precedente giudiziario dell’alluvione del 2014, che determinò lo spostamento del processo a L’Aquila. È importante per la definizione delle indagini che questo aspetto sia valutato al più presto".