Martedì 23 Aprile 2024

Cinema, Rutelli: "Regole astruse, così la stragrande maggioranza non riapre"

Il n.1 di Anica attacca il governo Conte: "Persi 30 milioni di euro con il Coronavirus, ora servono aiuti e norme più chiare"

Francesco Rutelli, presidente di Anica

Francesco Rutelli, presidente di Anica

Roma, 11 giugno 2020 - "Non si è creata una condizione che permetta ai cinema di aprire". A lanciare l'allarme è Francesco Rutelli, presidente dell'Anica, nell'imminenza del ritorno delle persone nelle sale che sarà possibile dal 15 giugno. L'ex ministro e vicepresidente del Consiglio, ai microfoni di RaiNews24, ha parlato di "una situazione paradossale". "Il presidente del Consiglio circa un mese fa ha annunciato la riapertura dei cinema", ma, secondo Rutelli, in questo periodo non sono sorte le condizioni idonee per sostenere la ripartenza di questo settore profondamente colpito dagli effetti del lockdown. "E' stato drammatico l'impatto del coronavirus - sottolinea -. Solo nelle sale, gli esercenti calcolano che si siano persi 30 milioni di euro in questi mesi di chiusura". 

Nel mirino ci sono le regole per la riapertura. "In questa situazione pesantissima - osserva il n.1 di Anica - ci si aspetterebbe, al di là dell'aspetto economico cruciale, un sostegno di praticità e concretezza, di regole chiare e comunicate per tempo". Invece "regole così astruse, come hanno detto gli esercenti, rendono impossibile riaprire alla grandissima maggioranza delle sale, che sono oltre 4.000 in Italia".

Rutelli fa l'esempio di come, stando alle disposizioni, si possa portare in sala un gelato confezionato acquistato nel cinema ma non si possa consumare per l'obbligo della mascherina: "Ci saranno intelligenze superiori in qualcuno di questi comitati, immagino". In "18 regioni e mezzo d'Italia funziona questo regime ad oggi. In una regione e mezzo si può non avere la mascherina, perché proprio ieri la Puglia e la provincia di Bolzano, l'Alto Adige, hanno tolto quest'obbligo".

Per quanto riguarda le sale si parla "di 7mila lavoratori in cassa integrazione, 20mila lavoratori dell'indotto che non hanno oggi una certezza". Nonostante questa modalità «ci saranno certamente e in modo meritorio delle sale che aprono, ma c'è una mancanza di prodotto, quindi molti lo faranno con dei film che nel frattempo sono andati sulle piattaforme o non sono potuti uscire o recuperando film di successo dell'ultimo periodo".