Martedì 16 Aprile 2024

Cimitero chiuso per evitare l’omaggio a Cutolo

Funerale anticipato nella notte con solo 12 persone. Il timore delle autorità: raduno di massa per l’addio a uno dei boss più sanguinari

Funerale di Raffaele Cutolo

Funerale di Raffaele Cutolo

La falsa notizia viene diffusa ad arte: Raffaele Cutolo sarà sepolto all’alba di domenica nel cimitero di Ottaviano, un tempo quartier generale delle sue spedizioni di morte. Ad avvalorare la "fake news" è l’ora di arrivo del feretro da Parma. Sono le 23.15 di sabato quando la salma del padrino della Nuova camorra organizzata si ferma in via Vecchia Sarno. Davanti al camposanto c’è Immacolata Iacone, la moglie di "don Rafè", bardata di nero, come si conviene alle vedove di camorra, uno scialle che l’avvolge tutta e una mascherina che fa pendant con il lutto. Con lei la figlia Denyse, 13 anni, nata grazie all’inseminazione artificiale, Rosetta e Pasquale Cutolo i due fratelli del boss. Moglie e figlia hanno preceduto il carro funebre a bordo di un Audi giunta poco dopo le 22. Tutti pensano che la bara venga lasciata per la notte nell’obitorio del cimitero, prima della funzione del giorno dopo, all’alba, come per molti funerali di camorra.

Non è così: il questore di Napoli, Alessandro Giuliano, prende tutti in contropiede. Benedizione e inumazione avvengono la notte stessa, davanti a soli dodici testimoni. A officiare il rito è il parroco della chiesa di San Michele, don Michele Napolitano, che da una decina d’anni compie il suo ministero ad Ottaviano e non ha conosciuto il boss. Conosce bene, invece, e confessa la sorella di Cutolo, Rosetta, 84 anni, che ogni domenica percorre il breve tragitto che separa la sua casa dalla chiesa e va a sentire la messa.

La donna, che non si è mai sposata, era considerata la fidata consigliera del fratello, tanto che custodiva, in una nicchia segreta del Castello Mediceo acquistato per 270 milioni di lire dalla marchesa Capece Minutolo, l’elenco di tutti gli affiliati alla Nco, oltre tremila. Fu condannata a 9 anni e 7 mesi da trascorrere al 41 bis, ne scontò poco più di sei, poi tornò ad Ottaviano facendo casa e chiesa. "Non ho più nulla da dire", dice ai cronisti che la fermano prima di varcare la soglia del cimitero, tra due ali di quasi cento poliziotti. Il giorno dopo, domenica, il cimitero è chiuso. Il sindaco Luca Capasso firma la serrata e il blocco alla circolazione in tutta via Vecchia Sarno.

Vuole evitare che curiosi o vecchi affiliati vadano a portare l’estremo omaggio al "professore" morto nell’ospedale di Parma. Da giorni le condizioni del vecchio capoclan, 79 anni, erano peggiorate per una polmonite e le conseguenze del diabete: non riconosceva più la moglie ed era diventato quasi cieco. Tuttavia, il Tribunale di sorveglianza di Bologna aveva respinto le richieste di metterlo ai domiciliari. Non solo perché in carcere aveva cure adeguate, ma soprattutto perché "nonostante l’età e la perdurante detenzione rappresenta un ‘simbolo’ per tutti i gruppi criminali".

Da sabato notte, quindi, Cutolo è nelle terra vulcanica del vecchio cimitero sotto il Vesuvio. Fuori in una domenica primaverile restano ancora visibili i manifesti mortuari della moglie e dei nipoti. "All’età di 79 anni serenamente si è spento la cara esistenza di Raffaele Cutolo, detto ’e Monache", un soprannome, questo, attribuito ai componenti della famiglia del fondatore della Nco, e che apparteneva già al padre.

"A causa dell’emergenza Covid – aggiunge il manifesto – si dispensa dalle visite". La sua tomba è accanto a quello del figlio Roberto, 28 anni, ucciso a Tradate nel 1990, dove si trovava in soggiorno obbligato, dal sanguinario rivale del padre, Mario Fabbrocino, esponente della Nuova Famiglia. Quest’ultimo, che aveva perso un fratello 10 anni prima per mano di Cutolo, fu condannato all’ergastolo e morì in carcere a Parma, nel 2019. Fu sepolto ad Ottaviano davanti a pochi intimi alle 6 di mattina: la sua tomba è ora a pochi metri da quella di Cutolo, in questo truce e bieco pantheon della camorra.