Venerdì 19 Aprile 2024

Cimici asiatiche, vespe samurai contro l'invasione. Ecco i rischi

La battaglia del ministro Centinaio: "Sì a una fase di studio dell'insetto predatore, antagonista naturale delle cimici".Il nuovo inquilino però, potrebbe creare il caos nel nostro ecosistema

Una cimice asiatica (Dire)

Una cimice asiatica (Dire)

Roma, 23 ottobre 2018 - Una task force di vespe 'samurai' contro l'invasione dell'esercito di cimici asiatiche. No, non parliamo del nuovo film di David Cronenberg, ma l'ultima mossa del governo italiano per contrastare gli insetti che mettono a repentaglio la nostra agricoltura. Le campagne del nord Italia sono invase dalle cimici, così il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha autorizzato il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Crea) a introdurre in condizione di quarantena e per motivi di studio un insetto antagonista naturale della cimice, la 'Samurai Wasp', proveniente dalla Cina, ritenuta efficace a combattere il parassita. Il ministro Gian Marco Centinaio ha spiegato: "E' necessario risolvere le problematiche legate al divieto di introduzione in natura di specie non autoctone".

LA CIMICE ASIATICA - La cimice marmorata è originaria dell'Asia orientale: è stata rilevata per la prima volta in Europa nel 2004 e i primi avvistamenti in Italia risalgono al 2012 in provincia di Modena. Dall’Emilia Romagna (l'ipotesi è che le cimici siano arrivate come clandestine negli scambi commerciali Italia-Cina) gli insetti si sono diffusi nel Nord Italia arrivando sino a Roma. L'insetto, che danneggia frutteti e colture erbacee, ha dimostrato di adattarsi bene nel Mediterraneo e in Europa. Sono innocue per l’uomo e per gli animali (così come le cimici verdi nostrane) ma essendo molto più prolifiche delle europee rappresentano un incubo per gli agricoltori. La cimice cinese riesce a deporre le uova due volte all’anno, uova che una volta schiuse daranno alla luce anche 300-400 esemplari alla volta.

"Nella lotta al parassita - ha osservato il ministro - è fondamentale l'attività di monitoraggio nelle singole aziende agricole e sulle diverse colture, ma è bene ricordare che il successo non è assicurato dal solo utilizzo di trattamenti chimici vista l'elevata mobilità della specie che può riposizionarsi su differenti colture".

I RISCHI DELLE VESPE SAMURAI - Non mancano però le incognite sulla vespa samurai e sulla sua introduzione nell'ecosistema italiano ed europeoEssendo alloctona, non si sa quali conseguenze possa avere sull'ecosistema del nostro Paese.

La vespa samurai è lunga 2 millimetri ed è innocua per l’uomo, non avendo il pungiglione: ma tutto ciò non è sufficiente a elimare ogni dubbio (anche la cimice cinese non è un pericolo per l'uomo ma può distruggere il raccolto). Il rischio è che i nuovi parassitoidi potrebbero adattarsi nel nuovo ambiente e cacciare anche specie autoctone. L'occupazione di nicchie ecologiche è un rischio concreto, soprattutto perché potrebbero non esserci predatori naturali della vespa samurai nel nuovo habitat.

Esistono molti casi di specie antagoniste introdotte per fare la guerra a una specie infestante. Diverse volte, però, le specie alloctone sono diventate infestanti e impossibili da eliminare. Un esempio, l'ingresso in alcuni specchi d'acqua italiani della cozza zebrata: doveva essere utilizzata come filtro ecosotenibile per ripulire laghi e depuratori dalle fonti di inquinamento. Si è poi scoperto che la cozza del Mar Caspio aveva una formidabile capacità di incrostare ogni superficie sott'acqua, intasava i tubi e occludeva le griglie. I danni economici erano stati ingenti.

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