Giovedì 18 Aprile 2024

Ciclone Qatargate Il Pd sospende Cozzolino Ma lo scandalo europeo ora agita le primarie

Il parlamentare europeo respinge le accuse: nessun vantaggio. Bonaccini e Schlein hanno preso le distanze dai dem coinvolti. Il 22 dicembre il primo confronto tra i due sfidanti davanti a Letta

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di Ettore Maria Colombo

Il Pd prova a chiudere la stalla a buoi ampiamente scappati sul Qatargate. Eppure, i due maggiori candidati alla segreteria, Stefano Bonaccini ed Elly Schlein, sono giorni che, ormai, vanno denunciando la "questione morale" riesplosa a sinistra chiedendo condotte e atteggiamenti esemplari. Lo hanno fatto entrambi, in diverse occasioni, con perfetto tempismo. Ancora ieri Bonaccini vi è tornato su: "L’onestà e la sobrietà, il rispetto delle regole tornino al centro dell’azione politica".

Schlein pure vi è tornata su più volte ("Il Qatargate è uno scandalo enorme, la questione morale è più attuale che mai"): aveva detto parole di fuoco già domenica scorsa, ospite di Fabio Fazio su Rai 3. Il Pd ‘official’ ci arriva solo ieri. Dopo il generico "ci consideriamo parte lesa, pronti a costituirci parte civile in eventuali processi italiani" di giorni fa, ecco una decisione drastica. Ieri si è riunita d’urgenza, su richiesta del segretario Letta, la commissione di garanzia del Pd e ha sospeso "cautelativamente" Andrea Cozzolino dall’albo degli iscritti e degli elettori dem, nonché da tutti gli organismi del partito.

La decisione varrà "fino alla chiusura delle indagini in corso da parte della magistratura", quella belga. La vera pietra dello scandalo, e del giro di soldi, Antonio Panzeri, non poteva, ovviamente, essere oggetto del provvedimento: Panzeri, dopo essere stato eletto con il Pd tre volte (2004, 2009, 2014), nel 2017 era passato ad Articolo 1 di Speranza. Di Articolo 1, ad oggi, risulta un semplice militante e il partito di Speranza lo ha, a sua volta, sospeso.

Cozzolino parla alla pancia stessa del Pd, soprattutto a quello partenopeo. Segretario della Fgci a fine anni Ottanta, tra i dirigenti della svolta della Bolognina, aderisce al Pds e poi ai Ds, di cui è segretario provinciale dal 1994 al 2000. Consigliere regionale in Campania rieletto due volte (2000 e 2005), sempre con una messe di voti, recordman di preferenze alle Europee nel 2009, rieletto a Strasburgo nel 2014 e nel 2019, uomo d’ordine di Antonio Bassolino, era incappato in una brutta storia legata a presunti brogli alle primarie per il sindaco di Napoli tenute nel 2019 e da lui vinte, ma il cui risultato venne prima sospeso e poi annullato dal Pd nazionale per voti sospetti in alcuni quartieri periferici della città.

Secondo i servizi belgi, Cozzolino (non indagato) insieme a Panzeri e al suo assistente, Giorgi, avrebbe agito per ammorbidire le posizioni dell’Europarlamento sul Qatar e sul Marocco. Cozzolino respinge, sdegnato, ogni accusa: "Non ho avuto alcun vantaggio personale e mi batterò per fare piena luce su sospetti infondati", assicura.

In tutto questo, ci sarebbe un congresso da tenere. I due maggiori candidati macinano chilometri. Bonaccini ieri era a Bergamo, oggi sarà a Roma per la manifestazione indetta dal Pd contro la manovra e domenica in Calabria. All’iniziativa indetta dal sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, che lo supporta, Bonaccini spiega di volere "un partito laburista nei fatti", appoggia la battaglia per il salario minimo e promette che, se vince, chiederà il sostegno di Schlein e di De Micheli. È partito con un pulmino nero, a sei posti, leggero e agile e annuncia che "rendiconterà ogni spesa fatta". Ha nominato tesoriere della campagna l’ex senatore Alan Ferrari che fa così diventare un quartetto i suoi collaboratori più stretti: Andrea Rossi, Luigi Tosiani, Davide Baruffi.

Elly Schlein, dal canto suo, oggi riparte dalla Sicilia per le prime tappe del suo tour ("non c’è riscatto se non si parte dal Sud") e attacca l’autonomia differenziata di Calderoli. Poi incassa testimonial di peso come Alessandro Zan e avverte: "I diritti delle persone Lgbtq+ oggi sono insidiati". Infine, il 22 dicembre, un gruppo di ulivisti e ‘lingottisti’ della prima ora organizza, al Nazareno, il primo confronto a tre Bonaccini-Schlein-De Micheli. A fare gli onori di casa, ovviamente, ci sarà Letta.