Martedì 23 Aprile 2024

Ciclone Giorgia in casa leghista Passa a Fd’I il sindaco di Verona

La destra sta per balzare in testa ai sondaggi. Non era mai accaduto in Italia (e nemmeno in Europa)

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di Elena G. Polidori

Nel giorno del nuovo vertice in cui si cercherà di trovare un’intesa sul nome dei candidati sindaci per Milano e Bologna, sul tavolo del centrodestra unito arriva una tegola destinata a rendere ancora più tesi i rapporti tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni, quest’ultima con sondaggi in mano che la danno a un’incollatura dalla Lega (20,4% contro 20,9%, secondo Swg).

Insomma, dopo un breve ma intenso corteggiamento, il sindaco di Verona, Federico Sboarina, 50 anni, avvocato, è passato dal Carroccio a Fratelli d’Italia. La decisione, presa in vista di una rielezione nel 2022, è solo l’ultimo segnali di un’opa che il partito della Meloni sta lanciando sul centrodestra in Veneto, alternativo allo strapotere del leghista Luca Zaia, sebbene la città scaligera segua da sempre logiche peculiari nelle dinamiche del centrodestra.

Secondo i più attenti osservatori politici locali, però, la mossa di SboarinaMeloni sarebbe un avvertimento diretto a Forza Italia, più che a Salvini. "Non cambia nulla – ha subito smorzato Sboarina –. Il mio è un ritorno a casa, Fd’I è un partito nel quale mi sono sempre riconosciuto. Io sono un uomo di destra e, in quell’area politica, continuo a identificarmi".

Per evitare contraccolpi dalla Lega, alleata in giunta scaligera, il primo cittadino ha aggiunto: "Il mio impegno rimane intatto per i veronesi. Ringrazio anche Salvini per quello che ha fatto per me in questi quattro anni. Non ho paura delle scelte che faccio e, di questa, sono convinto".

Che il cuore di Sboarina battesse per la destra ("Battiti" è la liste civica che lo ha sostenuto nel 2017) a Verona era noto a tutti, sia per le frequentazioni private (e la passione per gli ultras dell’Hellas) sia perchè, andando indietro nella sua storia politica, lo si ritrova eletto nel 2002 per la prima volta consigliere comunale con Alleanza Nazionale. Replica nel 2007, con l’assessorato all’ecologia e allo sport.

Nel 2012 il terzo tentativo era andato a vuoto, anche perché la sua casacca era quella del Popolo della libertà che si fermò al 9%, stritolato da quella che, allora, era la macchina da guerra elettorale di Flavio Tosi e di Roberto Maroni. Cinque anni più tardi, quando nessuno sembrava scommettere su di lui, eccolo invece sbaragliare la compagna di Tosi, la senatrice Patrizia Bisinella, che pagava lo scotto di non essere una veronese purosangue.

Lo "scippo" di Sboarina è stato salutato con grande gioia dalla Meloni: "Se Fd’I cresce – ha esultato sbirciando i sondaggi – lo deve alla sua classe dirigente, la migliore rispetto a tutti gli altri partiti del Parlamento. Dovendo sudarci tutto, ogni singolo passo in avanti, non potevamo permetterci di candidare personaggi che non avevano nulla a che fare con la politica, ma che rappresentavano solo se stessi".

Insomma, "Fd’I ha dimostrato in questi anni la sua inclusività, la capacità di dare una casa a persone che arrivavano da esperienze diverse dalla nostra – ha aggiunto Meloni – e, qui a Verona, abbiamo avuto un vero e proprio laboratorio, con un 17% ottenuto alle regionali. Il nostro disegno inclusivo si arricchisce di un pezzo da novanta come il sindaco di Verona". In realtà, la campagna acquisti della Meloni non è certo partita ieri (grazie anche all’eurodeputato Sergio Berlato, che ne è l’artefice); alle elezioni regionali di settembre scorso, su 55 candidati della Meloni, 25 provenivano da altre forze politiche, per lo più Forza Italia ma anche 5 Stelle. Ma la "caccia" non sembra affatto finita qui.