
Milano, alle Gallerie d’Italia via alla mostra “Tutti pazzi per i Beatles“ con gli scatti Publifoto di 60 anni fa
Marco Buticchi
Lo leggi negli occhi di noi anziani, nella testa scossa dell’umarell che contempla i lavori stradali: "Si stava meglio quando si stava peggio", sembrano dire. Sai – se dovessi raccontarlo a un nipote inizierei così – cantavamo ‘mettete dei fiori nei vostri cannoni’, ma gli unici tuoni di cannoni erano di una guerra ormai lontana quattro lustri. La musica ci trasportava in braccio a una rivoluzione fatta di ribellioni domestiche, bonarie libertà rivendicate, capelli lunghi e minigonne. Che aria, nipote mio! Si assaporava la gioventù come una boccata d’ossigeno, nella convinzione di essere capaci di cambiare il mondo. E non ti nego che ci abbiamo provato portando anche a casa risultati. Perché il ‘nostro’ mondo era fatto di rigidità oggi impensabili. E le compagnie, smarmittando in Vespa, si univano per celebrare i Baronetti della Regina, i Beatles che vennero un’unica volta in Italia (1965). "Michelle ma belle", si cantava tra giovani bellezze in lacrime. I tempi cambiano, nipote caro, e il male cammina strisciando. Tu continua a sognare, nipote mio: i sogni non hanno mai fatto male a nessuno. Anzi, ti confesso che, a molti, hanno regalato una matura libertà.