Chi va piano... Agli italiani i limiti stanno bene così

Massimo

Donelli

onna al volante pericolo costante"? Macché! Prima di tutto, trattasi di espressione arcaica, pre-femminista, oggi non più tollerata nemmeno a mo’ di battuta. E poi, dati alla mano, non corrisponde a verità. Semmai, andrebbe aggiornata così: "Uomo al volante pericolo costante". Perché, come rivela un sondaggio SWG appena sfornato, un terzo degli uomini (il 32%) vorrebbe che i limiti di velocità in autostrada venissero aumentati, con i più giovani (sorpresa!) ai quali, invece, vanno bene così come sono (67%) o, addirittura, gradirebbero vederli diminuiti (13%). Passano gli anni, quindi, ma l’andazzo non cambia, anzi peggiora.

Chi è nato nell’immediato dopoguerra ricorda benissimo, infatti, quelle calamite da cruscotto – allora i cruscotti erano molto poveri – con lo spazio per inserire la foto di uno o più figli e la scritta "Non correre papà". Mentre non occorre essere raffinati cinefili per riandare con la memoria al film Il sorpasso (1962), uscito in pieno boom economico e diretto dal maestro Dino Risi (1916-2008), un vero e proprio monumento (funebre) alla velocità. Con Vittorio Gassman (1922-2000) che, correndo come un pazzo sulla Lancia Aurelia B24S del 1956, provoca un incidente e la morte del compagno di viaggio, l’allora giovanissimo e oggi 91enne Jean-Louis Trintignant.

Altro film, altra condanna della velocità: è il Pap’occhio di Renzo Arbore (1980), con l’indimenticabile canzone, ironica e amara, Non correre papà ("La mamma è morta già nell’autostrà"), interpretata da Dino Cassio (1934-2012), del gruppo torinese I Brutos. Insomma, sono sempre gli uomini che corrono forte in auto. E, infatti, solo 5 donne in 70 anni di Formula Uno sono scese in pista: Maria Teresa De Filippi, Lella Lombardi, Divina Galica, Desiré Wilson e Giovanna Amati. La prima nel 1958, l’ultima nel 1992. Un trentennio di vuoto la dice lunga. E il sondaggio conferma: la velocità è l’ultimo rifugio del maschio.