Incrocia argomentazioni giuridiche e politiche il rebus su chi debba presentare la legge di Bilancio il 20 ottobre, qualora si andasse a votare tra settembre e ottobre e per quella data non ci fosse ancora in carica un nuovo esecutivo. Un tema che non vede concordi i costituzionalisti e che pone la questione dell’eventuale esercizio provvisorio, rischio che ha fatto sì che non si sia mai votato in autunno. Il tema è se la legge di Bilancio sia da considerarsi un atto dovuto e necessario o meno. Nel primo caso anche un governo uscente nel disbrigo degli affari correnti potrebbe presentarla. La pensa così il professore Salvatore Curreri, docente all’Università Kore di Enna: "Dal punto di vista formale – spiega – la legge di Bilancio è un atto necessario". Di parere diverso Stefano Ceccanti, ordinario a La Sapienza a Roma: "Un governo incaricato degli affari correnti, dimissionario o all’inizio di una nuova legislatura, non può fare la legge di bilancio. Si tratta dell’atto più politico per un governo e presuppone l’esistenza di un rapporto fiduciario tra esecutivo e Parlamento".