Per approfondire:
Non siamo un Paese di no vax dichiarati. Ma non per questo possiamo stare al sicuro e al riparo dal rischio di una drastica frenata della campagna di immunizzazione di massa. Tra rifiuti espliciti, tendenze contrarie sotterranee, rilassamenti superficiali post fase acuta della pandemia, stiamo assistendo a una serie di fenomeni tutti convergenti verso il rallentamento delle prenotazioni e verso la comparsa di sacche di resistenza alla vaccinazione, a cominciare dagli operatori sanitari (circa 46 mila) e dagli insegnanti (oltre 215 mila). E tra i sanitari non vaccinati fa notizia la sospensione dei 177 gli operatori sanitari residenti in provincia di Pordenone che non hanno adempiuto all’obbligo vaccinale. Tra questi 46 infermieri. Covid, i figli battono i genitori no Vax: a 17 anni Matteo può vaccinarsi Gli ultimi numeri della Fondazione Gimbe, del resto, sono impietosi. "A fronte dell’avanzata della variante Delta – osservano i ricercatori guidati da Nino Cartabellotta – preoccupano la persistente esitazione vaccinale di oltre 2,2 milioni di over 60, la carenza di dosi che impone alle regioni continui stop & go delle agende e il drastico calo delle prime somministrazioni". Solo queste ultime in un mese sono crollate a picco del 73 per cento. Coronavirus, i casi nel bollettino del 16 luglio Ma chi sono coloro che ancora rifiutano il vaccino? In quali fasce di età si collocano quelli più in pericolo di ospedalizzazione in caso di contagio? Quali sono le categorie per le quali il mancato vaccino comporta conseguenze più gravi per sé o per la comunità? Partendo dalla fine, i due ambiti professionali che più hanno impatto nel caso di mancate vaccinazioni sono quello degli operatori sanitari e quello degli operatori scolastici. Rt Italia cresce a 0,91. Sale anche l'incidenza Ebbene, per medici e infermieri, sebbene sia prevista (e attuata) la sospensione ex lege dall’attività ...
© Riproduzione riservata