Chi non si vaccina e perché? Resistono prof, sanitari e over 60

Niente iniezione: a Pordenone sospesi 177 operatori Asl. Duecentomila dipendenti della scuola rifiutano la dose

Manifestazione no vax

Manifestazione no vax

Non siamo un Paese di no vax dichiarati. Ma non per questo possiamo stare al sicuro e al riparo dal rischio di una drastica frenata della campagna di immunizzazione di massa. Tra rifiuti espliciti, tendenze contrarie sotterranee, rilassamenti superficiali post fase acuta della pandemia, stiamo assistendo a una serie di fenomeni tutti convergenti verso il rallentamento delle prenotazioni e verso la comparsa di sacche di resistenza alla vaccinazione, a cominciare dagli operatori sanitari (circa 46 mila) e dagli insegnanti (oltre 215 mila). E tra i sanitari non vaccinati fa notizia la sospensione dei 177 gli operatori sanitari residenti in provincia di Pordenone che non hanno adempiuto all’obbligo vaccinale. Tra questi 46 infermieri.

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Gli ultimi numeri della Fondazione Gimbe, del resto, sono impietosi. "A fronte dell’avanzata della variante Delta – osservano i ricercatori guidati da Nino Cartabellotta – preoccupano la persistente esitazione vaccinale di oltre 2,2 milioni di over 60, la carenza di dosi che impone alle regioni continui stop & go delle agende e il drastico calo delle prime somministrazioni". Solo queste ultime in un mese sono crollate a picco del 73 per cento.

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Ma chi sono coloro che ancora rifiutano il vaccino? In quali fasce di età si collocano quelli più in pericolo di ospedalizzazione in caso di contagio? Quali sono le categorie per le quali il mancato vaccino comporta conseguenze più gravi per sé o per la comunità?

Partendo dalla fine, i due ambiti professionali che più hanno impatto nel caso di mancate vaccinazioni sono quello degli operatori sanitari e quello degli operatori scolastici.

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Ebbene, per medici e infermieri, sebbene sia prevista (e attuata) la sospensione ex lege dall’attività professionale come stabilito dal decreto legge 44 del 1° aprile scorso in caso di mancata vaccinazione, i dati delle scorse settimane segnalano il persistere di uno zoccolo duro di sanitari ancora non vaccinati: in tutto 45.753, pari al 2,36% del totale dei 1.941.805 operatori target. Ma rispetto a questo dato nazionale ci sono però realtà dove la percentuale dei no vax tra le fila degli operatori della sanità supera il 10% come nel caso del Friuli Venezia Giulia (11,9% che non ha ancora ricevuto la prima dose) e della provincia di Trento (11.03%).

Preoccupante anche il caso dell’Emilia Romagna dove solo qualche settimana fa risultavano non vaccinati 14.390 operatori pari al 7,87% del totale della dotazione regionale del personale del settore.

Molto più massiccia l’astensione dal vaccino nelle schiere dei prof. Il Ministro Patrizio Bianchi ha parlato di oltre 215 mila docenti non vaccinati. Un numero elevato se si punta a riaprire a settembre le scuole in presenza.

Allertato sul tema, il commissario all’emergenza Covid Francesco Figliuolo assicura: "Sto scrivendo a tutte le Regioni per incentivare con ogni mezzo quella parte di operatori scolastici che ancora mancano. Nel caso della Regione Lazio, siamo al 99,8%, abbiamo raggiunto la massima copertura possibile. Però ci sono ancora 8 o 9 regioni che sono sotto l’80%. Tutti gli operatori scolastici devono capire l’importanza non solo per loro stessi ma anche per la collettività. E questo per riaprire a settembre le scuole in sicurezza e magari con meno vincoli possibili".

Ma a livello di grandi numeri, sono principalmente gli over 60 ad allarmare. Tenendo conto del progressivo aumento dei casi e della diffusione della variante Delta, nel nostro Paese il tallone d’Achille continua ad essere rappresentato dagli oltre 4,77 milioni di over 60 a rischio di malattia grave non coperti dalla doppia dose di vaccino: di questi, 2,22 milioni (12,4%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose con rilevanti differenze regionali (dal 21,8% della Sicilia al 7,2% della Puglia), mentre 2,55 milioni (14,2%) devono completare il ciclo dopo la prima dose.

"Il balzo in avanti rispetto ai 5,75 milioni di over 60 non adeguatamente protetti della scorsa settimana – puntualizza Renata Gili, responsabile Ricerca della Fondazione Gimbe – è quasi esclusivamente legato al completamento di cicli vaccinali: in altri termini, non cresce il numero di over 60 che ricevono la prima dose, segno di una persistente esitazione vaccinale in questa fascia di età".