Mercoledì 24 Aprile 2024

Chi ha il vaccino dia la licenza a chi non ce l’ha

Ecco una proposta che forse può sembrare da socialismo reale, oppure da Papa Francesco, oppure ancora così ingenua da ricordare il Tenero Giacomo della Settimana Enigmistica. Dunque, la candida proposta è la seguente: visto che abbiamo urgenza di vaccinare più persone possibili, e visto che molte aziende farmaceutiche non sono ancora in grado di produrre vaccini sicuri, non potremmo chiedere a chi è più avanti nei risultati di concedere agli altri il brevetto - o la formula o la ricetta, non so come si chiami - e fargli produrre su licenza lo stesso suo vaccino? Sarà anche un’utopia, ma l’alternativa è la guerra sui vaccini cui stiamo assistendo. Guerra che è una vergogna.

Stiamo infatti gestendo in un caos quasi assoluto la prima fase di una vaccinazione che dovrebbe essere epocale. Ci sono produttori di vaccini che non rispettano gli impegni presi sulle consegne; Stati e Comunità di Stati che minacciano cause; governi che si accaparrano milioni di fiale sottraendoli ad altri, in violazione di accordi collettivi; vaccini approvati dalle autorità sanitarie di alcuni Stati ma non di altri. E, soprattutto, ci sono miliardi di esseri umani che aspettano. Tutto sta procedendo in una serie di discussioni, litigi, controversie. È uno spettacolo caotico, come dicevamo, ma pure indecente: tanto più indecente se ci ricordiamo la valanga di retorica buonista che si era abbattuta su di noi circa un anno fa, quando è cominciata la pandemia. "Questa storia ci renderà tutti più solidali", "Nascerà un mondo migliore", "Finalmente capiremo che siamo tutti una cosa sola": ecco, tutte queste belle cose ci dicevamo.

Balle. Quando è scattata l’ora del business, l’uomo è ritornato lupo per l’uomo. Così perderemo mesi preziosi per raggiungere l’immunità di gregge. E chi avrà pensato di trarre il massimo profitto, forse si lustrerà gli occhi guardando i bilanci di fine anno, ma saranno bilanci che si perdono in un mondo complessivamente impoverito, ed egli stesso ne pagherà alla lunga le conseguenze, perché le scelte fatte seguendo l’egoismo sono sempre miopi.

È comprensibile e anzi sacrosanto che chi realizza il prodotto migliore sia geloso del proprio risultato. Ma qui non si tratta di rivelare alla concorrenza la magica formula della Coca Cola o della Nutella. Si tratta di cooperare, tutti insieme, a far ripartire un mondo bloccato e impoverito. Ci vorrà qualche tempo, per attrezzare gli impianti delle aziende che riceveranno il brevetto del vaccino già pronto. Certo non è semplicissimo. Ma è una strada obbligata. E se i privati non la capiscono, gli Stati, o le Comunità di Stati, potrebbero anche ricorrere all’espropriazione per pubblica utilità. Per il bene comune.