Martedì 16 Aprile 2024

"Chi è assunto ci rimette" Il sindacato: adesso basta

Il segretario dell’Anaao Toscana: a questo punto servono regole più stringenti

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Gerardo Anastasio (Anaao)

di Lisa Ciardi

"Come sindacato siamo molto preoccupati. In Italia abbiamo colleghi esperti assunti al pronto soccorso che guadagnano, se va bene, 3mila euro al mese, a fronte di gettonisti alle dipendenze di cooperative che, in un turno di 12 ore, ne prendono dai 1200 ai 2400. In queste condizioni il fenomeno non può che crescere". Gerardo Anastasio, segretario regionale toscano di Anaao Assomed, il sindacato dei dirigenti medici e sanitari, non nasconde l’allarme generato dal crescente ricorso a gettonisti in ospedali e pronto soccorso italiani.

Dottore com’è possibile tanta disparità di trattamento?

"Lo Stato ha posto un tetto alla spesa per il personale sanitario che quindi da anni non può essere pagato di più né integrato con nuove assunzioni. Ma se la spesa per medici e infermieri viene fatta passare sotto la voce ’beni e servizi’, come se fossero costi di lavanderia o altro, allora il problema non si pone. E infatti, quest’anno, per prima volta, la voce ’beni e servizi’ nella sanità italiana ha superato la spesa del personale. Pur di fingere di risparmiare… si paga cinque volte tanto".

Intanto sempre più giovani diventano gettonisti: perché?

"Un gettonista guadagna in una settimana il doppio di quanto un suo collega assunto dal sistema sanitario prende in un mese. Poi ci sono i ritmi di lavoro: essere gettonisti permette di alternare attività e riposo, di avere una vita privata. Per un medico dipendente, soprattutto in pronto soccorso, non è così".

In caso di responsabilità civile o penale chi ne risponde?

"La legge Gelli 242017 prevede che ne risponda sempre l’ospedale che può poi rivalersi sul professionista solo in caso di dolo o colpa grave. In sanità però si lavora in squadra e la presenza di gettonisti non aiuta a creare team che funzionino. Sono professionisti che spesso stanno in un ospedale solo pochi giorni. Nella mia regione ancora non ci sono, ma dobbiamo vigilare".

Come uscirne?

"Servono varie azioni: rendere attrattivo il lavoro in pronto soccorso e ospedali, migliorare le condizioni economiche e l’organizzazione, potenziare i posti letto nei reparti. Bisogna agire in fretta, per evitare che chi oggi lavora nei pronto soccorso se ne vada".