Viviana Ponchia Il 12 settembre 1967 era un martedì. Gli italiani avevano Giuseppe Saragat presidente della Repubblica, Aldo Moro presidente del Consiglio e Gianni Agnelli presidente della Fiat. In testa alle classifiche musicali svettava A whiter shade of pale dei Procol Harum, seguiti da Al Bano (Nel sole), Celentano (La coppia più bella del mondo), Mina (La banda) e Nico e i Gabbiani (Parole). A luglio a Londra era entrato in funzione il primo bancomat. Da noi era stato introdotto il Cap e debuttava Corto Maltese. A dicembre il pioniere Christian Barnard avrebbe eseguito il primo trapianto di cuore su un essere umano. E in quel martedì alle porte dell’autunno Corrado si sposava. Corrado chi? Corrado e basta, per ora. Il giovanotto che ha fatto incidere il proprio nome sulla fede nuziale con la data 12.9.1967. Romano o forse no. Coniugato, allora senza saperlo, con una donna distratta che magari ha passato buona parte della vita a disperarsi su quello che un innamorato anche solo vagamente superstizioso considera il più sciagurato dei presagi: perdere la fede nuziale. Quando sia successo non si sa. Non si sa proprio niente di questa storia. Ma è bellissima. Perché l’anello è stato ritrovato. E la polizia romana ha lanciato un appello affinché la signora possa riconoscerlo e rimetterselo al dito. Se si è sposata nel ’67 potrebbe andare per gli ottanta. Potrebbe non volerlo vedere nemmeno in fotografia, avendolo scagliato per strada in un momento di rabbia o chiuso in un cassetto al secondo matrimonio. Tutto è possibile, ma ci piace sognare, per cui diamo volentieri il numero della Questura nel caso qualcuno fosse già entrato in agitazione (06-46864913). E facciamo i complimenti per la premura così romantica: il filo d’oro ripescato in un mucchio di oggetti rubati (quasi tutti riconsegnati ai legittimi proprietari) potrebbe, per una volta, chiudere il cerchio.