Giovedì 18 Aprile 2024

Charlie Gard, la mamma: "Stanno per staccargli la spina"

Appello dell'associazione Mitocon: "E' pronta una terapia che può salvarlo, i medici inglesi si fermino"

Chris Gard e Connie Yates, i genitori di Charlie (Ansa)

Chris Gard e Connie Yates, i genitori di Charlie (Ansa)

Londra, luglio 2017 - "I medici stanno per staccare la spina a Charlie Gard". Lo annuncia Piero Santantonio, riferendo quanto gli è stato detto direttamente dalla madre, Connie Yates. Il presidente dell'associazione Mitocon, che si occupa di malattie mitocondriali come quella che affligge il bimbo inglese di 10 mesi, lancia un appello alle autorità d'Oltremanica, sostenendo che è pronto un protocollo sperimentale salvavita. "Vi preghiamo, fermatevi", si legge in un post su Facebook della Onlus, redatto in italiano e in inglese. 

"ECCO LA TERAPIA CHE PUO' SALVARLO" - "Oggi pomeriggio si è tenuta una riunione tra i medici ed i ricercatori dell'equipe internazionale e tra poche ore sarà resa nota una posizione ufficiale rispetto alle possibilità terapeutiche percorribili per il piccolo Charlie", dice Santantonio, che in questi giorni è stata in contatto costante con la famiglia Gard e con i ricercatori che stanno lavorando sulle sindromi da deplezione del DNA mitocondriale e nello specifico su quelle indotte dalla mutazione RRM2B, che ha colpito il piccolo Charlie. "La terapia nucleosidica - spiega Santantonio - ha già dato dimostrazione di efficacia in un numero significativo di casi, con particolare riferimento ai risultati che dimostrano la possibilità dei nucleosidi di superare la barriera ematoencefalica. In base a queste ulteriori e nuove valutazioni il gruppo di lavoro è dunque giunto alla conclusione che la terapia nucleosidica possa essere efficace nel caso del piccolo Charlie".

NO AL TRASFERIMENTO IN ITALIA - Nei giorni scorsi era arrivato il no da Londra al trasferimento del piccolo in Italia. L'ospedale Bambino Gesù si era detto pronto ad accoglierlo, ma i responsabili del Great Ormond Street Hospital, dove adesso è ricoverato il bambino, hanno detto di essere costretti per "motivi legali" a non soddisfare la richiesta della famiglia. Non sono bastate le parole del Papa, né la mobilitazione del governo italiano. La struttura romana potrebbe ricevere Charlie solo se eseguisse la sentenza della Corte Suprema inglese: quella che sancisce di spegnere i macchinari. Per i giudici inglesi, i cui pronunciamenti sono stati riconosciuti validi anche dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, tenere in vita Charlie sarebbe accanimento terapeutico