Roma, 10 ottobre 2021 - Cosa è successo ieri nell'assalto dei manifestanti no green pass alla sede della Cgil a Roma? Stando alla prima conta dei danni, sarebbe stato sfondato un quadro di Ennio Catania del 1973, presente al piano terra della sede di Corso Italia del sindacato. Le stanze del dipartimento comunicazione sono state messe a soqquadro, mentre sono stati divelti armadi, porte, scrivanie, pc. Anche la stanza del centralino del sindacato è stata devastata.
No Green pass: chi c'è dietro agli scontri di Roma
La Cgil ha documentato i danni subiti con diverse foto pubblicate su Collettiva.it e da alcuni esponenti del sindacato sui social. Alle 10 il segretario Maurizio Landini ha convocato l'assemblea generale della Cgil davanti alla sede.
Landini
"Deve essere chiaro che se qualcuno ha pensato di intimidirci, di metterci paura, di farci stare zitti, deve sapere che la Cgil e il movimento dei lavoratori hanno sconfitto il fascismo in questo Paese e riconquistato la democrazia. Non ci intimidiscono, non ci fanno paura", ha detto il segretario generale.
"E' necessario rispondere con tutto il nostro senso civico e democratico: sabato 16 ottobre manifestazione antifascista a Roma. Tutte le formazioni che si richiamano al fascismo vanno sciolte, è il momento di dirlo con chiarezza", ha continuato Landini.
Perantoni (M5S)
Dello stesso avviso anche il presidente della commissione Giustizia della Camera Mario Perantoni: "L'assalto di ieri alla sede della Cgil è stata una riedizione in piccolo di quello che è accaduto alle sedi sindacali ed alle case del popolo per mano dei fascisti in preparazione del ventennio. La storia non deve ripetersi e il governo deve intervenire prontamente per sciogliere qualsiasi associazione o partito che persegua, predichi ed attui la violenza ed il fascismo, come fa Forza nuova", ha detto il deputato M5S.Una richiesta già avanzata dal segretario del Pd Enrico Letta, oltre che dall'Anpi.
Zingaretti
"La prossima settimana come rappresentante dell'Istituzione proporrò che i valori anti-fascisti siano inseriti nello Statuto della Regione Lazio, che è una delle poche regioni che non aveva questo richiamo costituzionale al suo interno. Anche su questo è ora di cambiare pagina", è la richiesta del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.
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