Cernobbio, un solo coro I manager aspettano i big della politica "Seguite la linea Draghi"

Oggi in arrivo i leader di partito per un confronto pre-elettorale. I duecento imprenditori e dirigenti del pubblico e del privato:. "Chi governerà sa già quali sono le priorità, il premier le ha indicate"

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di Sandro Neri

CERNOBBIO (Como)

In fondo è come se parlasse per ognuno di loro. Non solo perché, sottolinea il presidente Sergio Mattarella, "il vertiginoso innalzamento dei prezzi dell’energia, favorito anche da meccanismi irragionevoli e da squilibri interni tra Paesi europei, costituisce uno dei nodi più critici del momento attuale". Ma soprattutto perché, nel collegamento che apre la seconda giornata di lavori, il capo dello Stato sottolinea come sia "necessaria e urgente una risposta europea all’altezza dei problemi". Ecco, i duecento fra imprenditori, manager privati e pubblici, vertici delle principali banche italiane che si sono dati appuntamento, come ogni anno, a Cernobbio condividono le stesse parole e il medesimo stato d’animo. Inevitabilmente, forse, visto il peso di una cornice mai stata così incerta come quest’anno, in singolare simbiosi con la pioggia e il sole che si danno il cambio sopra le acque del lago di Como, ieri spazzolate da un vento più freddo del solito. Si attende, spiando il cielo, che le nuvole si allontanino e che, come da programma, stamani arrivino i big della politica. Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Carlo Calenda, Giuseppe Conte (in videocollegamento), Enrico Letta e Antonio Tajani, tutti chiamati a confrontarsi sul palco del Forum Ambrosetti, il primo a ospitarli insieme, a poco più di venti giorni dalle elezioni.

Il workshop che riunisce il gotha della finanza in passato è servito ai governi come termometro del consenso del mondo economico-imprenditoriale su riforme e indirizzi strategici. Ma stavolta è un inedito esame pre-elettorale per chi si candida a guidare l’Italia. E se, proprio qui al Forum, dieci anni fa si celebravano Mario Draghi e il ’bazooka’ anti-spread della Bce, oggi si riflette sulle conseguenze della crisi del suo governo. Con molta discrezione, però. Forse perché, rispetto ad altre epoche, la platea di Cernobbio è molto più composita. Sicuramente rinforzata più da esponenti del mondo della finanza e delle aziende a partecipazione pubblica che dell’imprenditoria tradizionale. Più che per palesare critiche e malumori per l’instabilità politica, l’appuntamento a Villa d’Este è oggi molto più proficuo per misurare le reali intenzioni dei leader di partito.

"C’è un clima di attesa – conferma Luca Colombo, director di Meta Italia –. Le elezioni sono un momento di trasizione, a livello europeo c’è attenzione sui problemi legati ai costi energetici. In questo contesto l’uscita di Draghi da Palazzo Chigi è un segnale non confortante". Non soltanto, spiega Colombo, per gli imprenditori italiani: "Mancherà nella leadership europea. Le indicazioni e le convinzioni di Draghi sono lineee condivise a livello internazionale".

La messa a terra del Pnrr resta la prima preoccupazione. Come il futuro posizionamento dell’Italia nello scacchiere geopolitico. "L’Europa ci ha dato 200 miliardi e l’opportunità di modernizzare il Paese – sottolinea Silvia Candiani, ceo di Microsoft Italia –. Rafforzare i rapporti con l’Ue è fondamentale. Come pure con gli Stati Uniti. Senza nulla togliere alle prerogative degli italiani". Ma cosa chiedere, dunque, ai politici attesi a Cernobbio? "La prima speranza – risponde Candiani – è di avere rassicurazioni sulla politica industriale e sul rilancio dell’economia. La seconda è che ci sia continuità sulle politiche legate al Pnrr e, dovendo parlare del settore che mi riguarda, al digitale. Volendo proseguire, come nel nostro caso, con gli investimenti, abbiamo bisogno di sicurezze".

Per Matteo Tiraboschi, presidente del Gruppo Brembo, "la politica deve fare quello che sta facendo: convergere a livello europeo per fissare un tetto del prezzo del gas, dopo quello del petrolio". Dopo le elezioni, "chi si troverà a governare sa già quali sono le priorità. Quello che ha lasciato scritto Draghi è ciò di cui il Paese ha bisogno".

Andrea Gibelli, presidente del gruppo Fnm e di Asstra (145 aziende di trasporto pubblico locale associate) qui a Cernobbio l’ha ricordato anche al ministro Giovannini: "Manca ancora un miliardo di euro per le coperture dei ristori riferite al 2021. Nel provvedimento finanziario di luglio non c’è traccia". A preoccupare è anche l’inflazione. "Molte ricette ascoltate qui vanno in direzioni opposte – osserva Angelo Costa, ad di Arriva Italia, tra i primi operatori nel settore del trasporto pubblico su gomma –. Sulla politica monetaria c’è molta incertezza. Ma misuro una visione di fiducia sulla possibilità di realizzare progetti che si riveleranno utili di qui a tre-cinque anni".