"Cerco Denise Pipitone dalla mia prima puntata. Sono l'ultima speranza delle famiglie"

Federica Sciarelli, conduttrice di ’Chi l’ha visto?’, e la caccia agli scomparsi: "Avvistamenti, tracce, non tralasciamo nulla"

Federica Sciarelli

Federica Sciarelli

Federica Sciarelli, lei crede che Denise Pipitone e Olesya Rostova siano la stessa persona?

"Sarebbe troppo bello per essere vero" risponde la conduttrice di ‘Chi l’ha visto?’, il programma di Raitre che mercoledì sera ha raccontato la somiglianza fra una ragazza russa ventenne che si è recata a un programma tv per trovare la madre e Piera Maggio, la cui figlia scomparve a 4 anni il 1° settembre 2004 mentre giocava davanti casa a Mazara del Vallo. La speranza che sia così viene dal cuore, la risposta ce la darà la scienza dopo l’esame del Dna".

Che idea si è fatta?

"Rimango, come Piera, con i piedi per terra. C’è sempre una possibilità che la ragazzina rapita sia stata affidata a un’altra famiglia. La mamma ha sempre detto ‘io la cerco viva’ e quindi continueremo a parlarne fino a prova contraria. La vicenda di Mosca ritengo sia molto interessante, una storia nella storia che abbiamo ritenuto giusto affrontare. Diciamo che la mia è una cauta speranza".

Il caso di Denise la colpisce particolarmente, come mai?

"Quando arrivai alla conduzione di ‘Chi l’ha visto?’ venivo dal servizio politico e sapevo ben poco di cronaca. Nella prima puntata raccontammo di due ragazze, una era Denise e in studio c’era mamma Piera; l’altra era Elisa Claps e ospitammo il fratello Gildo. Le loro storie mi colpirono molto e con Piera siamo diventate amiche".

Con Elisa non è finita bene…

"Vero, ma Filomena, la madre, mi ha sempre ringraziato perché la nostra tenacia è servita a tenere il caso aperto e ora lei almeno può piangere i resti della figlia".

Un altro caso che l‘ha molto colpita è stato quello di Angela Celentano...

"Quando ci fu la segnalazione di un possibile avvistamento in Messico mandammo la troupe, le speranze si erano riaccese. Anche per lei la speranza sarà l’ultima a morire".

Si è mai messa nei panni di queste donne che hanno visto sparire la figlia?

"Non mi ci voglio neanche mettere, cerco di non pensarci perché la scomparsa di un figlio è una cosa talmente terribile quando una mamma sopravvive. E non può pensare che è colpa sua. Non si possono chiudere i bambini in casa, non si può vivere nell’angoscia di non averlo saputo proteggere".

Ogni volta che si apre uno spiraglio la gente si emoziona e prende forza. Come mai?

"Ho pensato molto a ciò. C’è la voglia di una buona notizia perché il periodo che viviamo è talmente stressante per tutti , quindi speriamo che almeno una storia possa finire bene".

Come vivete il programma?

"Come un servizio pubblico. Siamo a disposizione della gente, ci dividiamo in turni e le nostre linee sono sempre aperte. Amo questo programma e come le persone rispondono. I telespettatori sono i nostri occhi e noi diamo loro l’obiettivo di un lieto fine. Il nostro è un lavoro duro, non semplice. Può accadere che gli investigatori dopo un certo periodo non seguano più un fatto con lo stesso impegno, per noi invece nulla finisce nel dimenticatoio".

E com’è il rapporto con magistrati e forze di polizia?

"Ottimo, spesso le procure ci chiedono tutto il nostro materiale filmato e riescono a risolvere casi complicati".

Ci riuscite anche da soli, come mercoledì con Andrea…

"Sì, un ragazzo della provincia di Torino che era andato in Germania per trovare lavoro e di cui la famiglia aveva perso le tracce. Un nostro telespettatore di Gallipoli ha visto un giovane in evidente difficoltà che assomigliava allo scomparso e ce l’ha segnalato. Era proprio lui".

O come per una persona sparita da Genova…

"In quel caso è stata la Gendarmerie francese a contattarci: avevano trovato una donna in stato confusionale recuperando stivaletti e mutandine la cui descrizione avevamo in archivio e corrispondeva".

Federica, la gente di cosa ha bisogno, che cosa chiede a "Chi l’ha visto?"?

"Ha bisogno di solidarietà, e noi la veicoliamo. Abbiamo trovato rifugio e lavoro a Caterina che fuggiva da un marito violento. E cerchiamo di fare ritrovare a Franco suo figlio Daniele, autistico. Da Milano è venuto con un gruppo di disabili a un’udienza del Papa. Io ci spero ancora. Franco guarda le foto e a ognuna dice: è lui. Per questo non molliamo".